Anche lo stagno è al ribasso, ma gli operatori non si disperano

I prezzi dello stagno avevano battuto tutti i record nel mercato al rialzo post-pandemia. Ma adesso sono crollati…

Anche il mercato dello stagno non è riuscito a sfuggire al destino dei metalli industriali, schiacciati dalla recessione in arrivo. Dopo quasi due anni di rialzi, il prezzo dello stagno ha svoltato al ribasso.

Un crollo da 51mila a 20mila dollari

Sembrano lontani i tempi in cui, a seguito della pandemia di COVID-19, i prezzi avevano raggiunto il massimo storico di 51.000 dollari per tonnellata. Oggi, il metallo è sprofondato sul fondo e la volatilità la fa da padrone (oggi, 3 ottobre, lo stagno LME a tre mesi quota 20.250 dollari).

Tuttavia, gli operatori di mercato non sono pessimisti come si potrebbe pensare. Infatti, molti di loro hanno tratto grandi vantaggi dai livelli elevati di prezzi degli scorsi anni, che nessuno avrebbe mai potuto immaginare. Inoltre, con il mercato dell’elettronica in rapida crescita, la domanda di stagno non potrà certo contrarsi più di tanto visto che l’uso del metallo come lega per le saldature lo rende fondamentale per molti prodotti moderni.

Anche sul fronte dell’offerta ci sono motivi per pensare ad una pressione sui prezzi verso l’alto. Con la continua carenza di energia e i limiti di produzione, lo stagno dovrà affrontare problemi simili a quelli che stanno frenando la produzione di acciaio e di alluminio.

La maggior parte dei metalli industriali è stato sulle montagne russe durante il primo e terzo trimestre di quest’anno e lo stagno non ha fatto eccezione. Poi, però ha toccato il fondo al di sotto di oltre il 50% dal suo picco record di marzo (51.000 dollari).

Nella tempesta ma con solidi fondamentali

Ma adesso, la domanda delle cento pistole è: cosa dobbiamo aspettarci dai prezzi dello stagno?

Gli analisti sono divisi tra chi pensa che prevarranno i problemi dell’offerta su quelli della domanda e viceversa. La carenza di energia e le chiusure degli impianti di produzione porta ad una offerta insufficiente, che potrebbe spingere i prezzi verso l’alto. Al contrario, la domanda in contrazione in Cina e in Europa (provocata soprattutto dalle aziende che chiudono) significa meno acquirenti e prezzi più bassi.

Mai come in questi frangenti i mercati sono flagellati da una incertezza profonda, che sta progressivamente paralizzando le attività economiche. Anche lo stagno si trova in questa drammatica situazione anche se, a differenza di altri metalli, vanta solidi fondamentali a cui aggrapparsi.

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