Anche il mercato del magnesio è impazzito!

Mesi davvero difficili per i consumatori europei di magnesio, un metallo indispensabile anche per le leghe di alluminio. E le prospettive sono a peggiorare…

Anche il mercato del magnesio è stato sconquassato dai tagli alle forniture in Cina a causa della crisi energetica. Inoltre, per i consumatori europei, si è aggiunto l’esaurimento delle scorte in Europa.

+80 percento in un solo giorno

Il risultato è stato un improvviso aumento dei prezzi e una grossa incertezza sulla disponibilità futura. Per avere un’idea di quanto sia drammatica la situazione per gli utenti finali che operano nel settore dell’alluminio o del titanio, ma che non possono fare a meno del magnesio, basti pensare che a fine settembre, in un sol giorno, i prezzi del metallo sono cresciuti dell’80%, con prezzi tra i 9.000 e i 10.000 dollari a tonnellata (dazio non pagato, franco Rotterdam).

I prezzi europei del magnesio negli ultimi anni si sono sempre attestati intorno ai 2.200-2.700 dollari per tonnellata (Duty Unpaid Rotterdam), prima di superare la soglia dei 3.000 dollari per tonnellata a maggio di quest’anno.

In un mercato che sembra impazzito, sta succedendo un po’ di tutto. Dalle offerte altamente speculative (qualcuno ha ricevuto anche offerte a 15.000 dollari per tonnellata), alle promesse di materiale in pronta consegna da fonti totalmente inaffidabili e che non arriverà mai. Qualche trader è anche tentato dall’annullare i contratti in essere, vendere tutto il materiale a 15.000 dollari per tonnellata e utilizzare una parte dei profitti per coprire le spese legali dei vecchi clienti che gli farebbero causa.

I trader sono rimasti a secco di metallo

La maggior parte dei trader ha esaurito le proprie disponibilità di magnesio in Europa essenzialmente per due motivi. Quando i prezzi hanno superato i 3.500 dollari alla fine di giugno, la maggior parte dei consumatori e degli importatori non voleva fissare ordini per nuove importazioni dalla Cina, per la paura che i prezzi crollassero. Inoltre, il magnesio è difficile da conservare e non ha una durata di conservazione illimitata come avviene per altri metalli. Infatti, inizia ad ossidarsi dopo circa tre mesi.

Il caso del magnesio è un bell’esempio di come l’eccessiva dipendenza dalla Cina per la fornitura di un metallo si riveli disastrosa nel lungo termine. I consumatori dell’Unione Europea stanno scontando le scelte di decenni che hanno messo al primo posto il mercato (comprare e produrre dove costa meno) a prescindere dall’importanza strategica.

In Cina, le autorità locali hanno imposto restrizioni estreme al consumo di energia in alcune aree chiave per la produzione di magnesio. A Fugu, fulcro della produzione, 35 produttori sono stati costretti a chiudere entro il 22 settembre. Anche a Shanxi, Ningxia e nella Mongolia Interna si trovano ad affrontare interruzioni della produzione per rispettare i limiti energetici.

Anche il mercato delle leghe di alluminio si sta complicando

Come accennato, i problemi del magnesio hanno un impatto anche sulla produzione di altri metalli. È il caso delle leghe di alluminio che, pur disposte ad accettare aumenti di prezzo, sarebbero messe in ginocchio se il materiale venisse a mancare per lungo tempo.

Nonostante le tipiche leghe per pressofusione contengano solo lo 0,3-0,5% di magnesio, questo è un ingrediente essenziale. Ecco perché i prezzi della lega di alluminio DIN 226 sono schizzati a 2.200 euro a tonnellata il 23 settembre, rispetto ai circa 1.900 euro di inizio luglio. Anche il mercato delle leghe di alluminio rimarrà molto complicato per i prossimi mesi.

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