Il magnesio, ovvero il metallo della smaterializzazione

Da cento anni conosciamo gli enormi vantaggi del magnesio rispetto a metalli come l’alluminio e l’acciaio, sia in termini di prestazioni che in termini di impatto ambientale.

Che il magnesio si possa produrre dall’acqua di mare è una cosa nota da tempo. Basta pensare che nel 1944, Willard Dow diceva: “C’è qualcosa di epico nel prendere un mestolo di metallo scintillante da un’onda oceanica. Nemmeno i vecchi alchimisti, nelle loro fantasie più sfrenate, sono mai arrivati ​​a sperare tanto“.

E Willard Dow non era proprio uno qualsiasi, dal momento che era il Presidente e il proprietario della Dow Chemical Company, una delle più importanti multinazionali della chimica. In soli 8 mesi costruì l’impianto di magnesio di Freeport (Stati Uniti) che, il 21 gennaio 1941, produsse il suo primo lingotto di magnesio estratto dall’acqua di mare. Quest’uomo era affascinato dalla tecnologia che aveva creato e credeva fermamente che il magnesio dell’acqua di mare fosse un passo avanti nella civiltà umana.

Il magnesio, ovvero il metallo della smaterializzazione

Perché il magnesio non ha avuto successo?

Tuttavia, nonostante il successo della produzione di metallo dall’acqua di mare, l’uso del magnesio non si è sviluppato su scala globale, come invece è accaduto all’acciaio e all’alluminio. La cosa è abbastanza sorprendente se si considerano i molti vantaggi del magnesio: le leghe comuni sono un terzo più leggero dell’alluminio e da tre a quattro volte più leggere dell’acciaio. Il magnesio è facile ed economico da pressofondere, prestandosi bene alla produzione di massa e rendendolo un materiale molto più scalabile rispetto, per esempio, ai compositi in fibra di carbonio. Inoltre, è l’unico materiale strutturale che può essere ricavato dall’acqua di mare.

Che cosa è mancato a questo metallo per avere successo? Per quanto possa sembrare semplicistico, il motivo è che non è riuscito a raccontare la propria storia o, almeno, a raccontarla abbastanza bene da convincere i potenziali clienti ad abbandonare l’alluminio e l’acciaio. Il marketing è stato il grande assente nel settore del magnesio e, nel ventesimo secolo, pochi hanno capito l’opportunità di produrre metallo senza estrarre minerale dal terreno.

Tecnologie verso la dematerializzazione

Ma, nel nostro secolo, le cose potrebbero mettersi diversamente. La riduzione dell’impatto ambientale e sociale della civiltà e la decarbonizzazione per mitigare il cambiamento climatico sono sempre di più una priorità. Le estrazioni minerarie, soprattutto se su larga scala per soddisfare un mondo affamato di metalli, sono potenzialmente un danno per l’ambiente e possono arrivare a distruggere interi ecosistemi.

Inoltre, l’innovazione tecnologica vorrebbe andare verso la dematerializzazione, cioè verso la creazione di valore per i clienti, aumentando la qualità del prodotto o diminuendo la quantità di risorse necessarie per realizzarlo. Gli smartphones (per smaterializzare le informazioni), l’energia solare e le batterie sono un esempio di questa tendenza, alla luce dela quale la visione di Willard Dow per il magnesio appare profetica.

Il magnesio metallico ottenuto dall’acqua di mare senza ricorrere all’estrazione mineraria, utilizzando una tecnologia elettrochimica, è l’unico modo per smaterializzare il metallo primario. Senza dimenticare che la leggerezza del magnesio gli consente di eliminare fino al 75% del peso da alcune parti metalliche utilizzate nei veicoli. In pratica, fornisce una smaterializzazione che consente ai consumatori di spostarsi più lontano utilizzando la stessa quantità di energia. Nell’era dei veicoli elettrici, l’uso del magnesio anziché dell’alluminio e dell’acciaio consentirà alle case automobilistiche di utilizzare meno batterie in ogni auto per fornire ai consumatori la stessa autonomia.

L’estrazione più pulita del mondo

Inoltre, la produzione di magnesio primario ha tutto il potenziale per essere una delle metallurgie estrattive più pulite al mondo, senza contare il fatto che ci sono ancora più vantaggi nel fine-vita del metallo. Infatti, il magnesio si trasforma in idrossido di magnesio quando si corrode e alla fine ritorna nell’oceano come bicarbonato solubile. Quando finisce in questa forma, è in grado di sequestrare automaticamente l’anidride carbonica. Può quindi essere prodotto dall’acqua di mare senza emettere anidride carbonica nell’atmosfera. Questo rende il magnesio l’unico metallo strutturale intrinsecamente circolare.

Sono passati quasi cento anni da quando Willard Dow ebbe questa visione, ma potrebbe essere arrivato il momento buono per un una svolta tecnologica con un impatto enorme sulla nostra civiltà: il rilancio del magnesio metallico a basse emissioni di carbonio senza estrazione mineraria.

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