Qualche settimana fa, la China National Energy Administration (NEA) ha pubblicato qualcosa che ha immediatamente attirato l’attenzione di tutti gli investitori in rame e alluminio.
La NEA ha rilasciato gli standard industriali a livello nazionale per l’utilizzo di cavi a bassa tensione in lega di alluminio.
Detto così potrebbe sembrare un comunicato interessante per qualche ingegnere o appassionato di elettrotecnica. In realtà, il cambiamento potrebbe avere ripercussioni significative sul tutto il mercato dei metalli industriali. Infatti, a partire dal prossimo settembre, la Cina impiegherà alluminio anzichè rame per alcuni tipi di cavi elettrici.
Una nota degli analisti di Goldman Sachs che ha fatto il giro del mondo, suggerisce che ciò potrebbe significare grossi problemi per la domanda globale di rame.
Come nota il Financial Times, la Cina ha ampia disponibilità di alluminio, ma ha necessità di importare la maggior parte del rame che consuma. Inoltre, il rame è non meno di tre volte più costoso rispetto all’alluminio e ciò rende la cosa molto appetibile in termini di differenza di prezzo.
Per l’esattezza, il prezzo cinese del rame è 3,4 volte quello dell’alluminio e, secondo calcoli di convenienza, la sostituzione di un metallo con l’altro inizia ad essere vantaggiosa con un rapporto di 2,5 a 1.
I cavi a bassa tensione che verranno realizzati in alluminio sono principalmente quelli utilizzati negli edifici. Collegamenti fino ad ora realizzati in rame a causa dell’incerta qualità delle leghe di alluminio, che in alcuni casi hanno causato degli incendi nelle abitazioni.
Il rame ha una maggiore resistenza alla trazione dell’alluminio pur essendo meno soggetto a dilatazioni termiche, mentre l’alluminio ha un’elevata conducibilità elettrica in rapporto al peso.
Secondo gli esperti il rame, pur essendo più costoso, ha proprietà fisiche molto favorevoli per realizzare la grande infrastruttura di rete e, anche se è possibile utilizzare alluminio anche per questi grandi progetti, non è la soluzione ideale.
Considerando la cosa dal punto di vista degli investitori, Goldman Sachs stima che il passaggio ai cavi di alluminio comporterà una perdita di domanda di rame dalle 100.000 alle 200.000 tonnellate nel 2016.
Un fattore in più che eserciterà una pressione verso il basso sui prezzi del rame, in linea con una visione ribassista che Goldman Sachs ha da tempo e che indica come prezzo target i 5.200 dollari a tonnellata.