Il settore minerario del tungsteno si accinge a terminare un anno ricco di acquisizioni e di nuove esplorazioni, un po’ in tutto il mondo.
È il caso della Premier African Minerals, che ha stipulato un accordo con un importante partner per la commercializzazione del metallo derivante dal 49% della proprietà del principale progetto di estrazione di tungsteno in Zimbabwe. La società ha inoltre dichiarato l’intenzione di acquistare prossimamente un’altra quota di almeno il 40% dell’intero progetto.
Negli Stati Uniti la Alix Resources ha acquisito il deposito di tungsteno di Cassiar, nella British Colombia. La società ha recentemente fatto notizia per aver dichiarato che avrebbe accettato come forma di pagamento per le proprie vendite il Bitcoin, la nuova controversa moneta digitale.
All’altro capo del mondo, la Carbine Tungsten è riuscita a fare approvare il proprio progetto dal Dipartimento per l’Ambiente e la Tutela del Patrimonio del Queensland, in Australia. Certamente, il prossimo passo sarà la messa in opera di un importante impianto di trasformazione di tungsteno.
In Europa la Blackheath Resources ha completato tutta la prima fase del progetto per estrarre tungsteno, oltre allo stagno, nella regione centro-settentrionale del Portogallo. L’azienda detiene anche la proprietà delle miniere di Borralha e di Bejanca, dislocate anch’esse in Portogallo.
Nel Regno Unito la Wolf Minerals ha quasi terminato l’acquisizione di tutti i terreni adiacenti la miniera di Hemerdon, per dare inizio all’ampliamento di tutto il sito produttivo.
In conclusione, ovunque l’investitore posi lo sguardo, non vede altro che un gran fermento di nuove iniziative e nuovi sviluppi industriali focalizzati su questo metallo raro.
Quali migliori indicatori potrebbero esserci per alimentare l’ottimismo sul futuro del tungsteno?
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