Acciaierie d’Italia verso lo stop produttivo? Sindacati in allarme

I sindacati di Acciaierie d’Italia (ADI) chiedono un incontro con il governo per affrontare le difficoltà che sta attraversando l’azienda.

Acciaierie d’Italia (ex-ILVA) sta attraversando un momento difficile e critico. Secondo i sindacati, l’azienda è proprio in una fase di abbandono e di pericoloso declino che potrebbe sfociare verso la chiusura irreversibile.

Sembra che, nonostante i finanziamenti governativi, la direzione di Acciaierie d’Italia non riesca a mantenere nessuno degli impegni presi sui volumi di produzione e sugli investimenti. Inoltre, non paga appaltatori e fornitori.

In crisi di liquidità

Non è un mistero che l’ex-ILVA sia in grave crisi di liquidità, anche se è riuscita a pagare la bolletta di luglio a Snam, mentre a ottobre vorrebbe chiudere il pregresso col gruppo di Descalzi (meno di 100 milioni). Anche ENEL è creditore di 60 milioni di euro.

Ma la cosa più preoccupante sono i livelli produttivi, di molto inferiori a quanto previsto. L’obbiettivo del 2023, definito solo pochi mesi fa, era di 4 milioni di tonnellate di acciaio (un numero per nulla ambizioso tenendo conto che nel 2012 l’acciaieria produceva 9 milioni di tonnellate e negli anni ’70 addirittura 12 milioni di tonnellate). Ma dalle indiscrezioni che trapelano, quest’anno si arriverà al livello più basso di sempre: meno di 3 milioni di tonnellate.

Lo stato italiano ha versato 680 milioni di euro ad inizio anno

All’inizio di quest’anno, il nostro Ministero delle Finanze ha autorizzato il pagamento di 680 milioni di euro ad Acciaierie d’Italia, una joint venture tra la società dello stato italiano Invitalia e ArcelorMittal.

Quest’anno, lo stabilimento di Genova dovrebbe vedere un rinnovamento delle linee di rilaminazione della banda stagnata, mentre a Novi Ligure si prevede un rinnovamento della linea di rivestimento. Dovrebbe venir potenziata anche l’automazione dei magazzini di Racconigi, così come dovrebbe iniziare la ristrutturazione dell’altoforno n.5 di Taranto e la costruzione di un nuovo forno elettrico ad arco.

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