Disparità globale 2018: sempre più ricchi e sempre più poveri

Maggiore ricchezza per alcuni significa maggiore ricchezza per tutti? Attualmente, i dati mostrano che il divario tra i più ricchi e i più poveri non è mai stato più ampio.

Si può misurare la diseguaglianza economica nel mondo? Grazie ad uno statistico italiano, vissuto nel secolo scorso, è possibile farlo.

Il coefficiente Gini, che prende il nome di Corrado Gini, misura proprio la distribuzione della ricchezza all’interno della società. Il suo valore varia da zero a uno, il primo che rappresenta la perfetta uguaglianza (ricchezza distribuita in modo uniforme) e il secondo che rappresenta la perfetta disuguaglianza (ricchezza detenuta in poche mani).

Anche oggi, il coefficiente Gini è uno degli strumenti più utilizzati per misurare il divario economico tra i più ricchi e più poveri, come vedremo nella graduatoria della disparità globale nel 2018.

Attualmente, sembra che la disuguaglianza di reddito nei vari paesi del mondo stia crescendo drammaticamente. Per esempio, in 20 delle 29 economie avanzate prese in esame dal World Economic Forum per creare l’Inclusive Development Index 2018, la disuguaglianza è aumentata o è rimasta stabile. Invece, la povertà è aumentata in 17 di questi paesi.

Secondo il World Inequality Lab, un centro di ricerca con sede presso la School of Economics di Parigi, la disuguaglianza dei redditi è aumentata soprattutto in Nord America, in Cina, in India e in Russia.

La crescita dei redditi dei troppo ricchi non fa bene al PIL

Un altro problema da considerare è quando gran parte del reddito e della ricchezza di una nazione è concentrata nelle mani di pochi. Infatti, in questi casi, la crescita economica complessiva sembra soffrirne.

Uno studio del Fondo Monetario Internazionale del 2015 ha rilevato che se aumenta la quota di reddito della fascia superiore (20%), la crescita del PIL diminuisce nel medio termine. AL contrario, un aumento del reddito della fascia inferiore (20%) è associata a una maggiore crescita del PIL. In altre parole, l’aumentare dei redditi dei più ricchi, penalizza il PIL del paese, al contrario di quanto avviene con la crescita di reddito dei più poveri.

Tornando invece alla statistica ed al coefficiente Gini, ecco la graduatoria 2018 della disparità globale, focalizzata sulle prime (maggiore disparità) e sulle ultime dieci posizioni (minore disparità).

1

Sud Africa (57,70)

2

Namibia (55,00)

3

Sri Lanka (51,40)

4

Cina (51,00)

5

Zambia (49,50)

6

Lesotho (49,30)

7

Colombia (48,90)

8

Honduras (48,30)

9

Filippine (47,90)

10

India (47,90)

 

98

Repubblica Slovacca (26,10)

99

Belgio (25,90)

100

Slovenia (25,90)

101

Svezia (25,70)

102

Finlandia (25,60)

103

Repubblica Ceca (25,60)

104

Danimarca (25,30)

105

Norvegia (24,90)

106

Islanda (24,40)

Nella graduatoria generale c’è anche l’Italia, in settantaduesima posizione (con un coefficiente Gini di 33,30), allo stesso livello della Tunisia e appena prima di Australia e Grecia.

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