Wuhan dell’alluminio: il nuovo lockdown cinese che ha incendiato i prezzi

Cronaca dell’inizio di un incubo che si sta materializzando. Tutto comincia in una sconosciuta città cinese, che qualcuno teme diventerà la Wuhan dell’alluminio.

Può il batter d’ali di una farfalla in Brasile provocare un tornado in Texas?“. Se lo domandava Edward Lorenz, uno dei pionieri della teoria del caos, che non poteva certo immaginare quello che è successo in questi giorni in una relativamente sconosciuta città della Cina.

La capitale dell’alluminio della Cina del sud

La città di Baise, soprannominata la capitale dell’alluminio della Cina meridionale, è stata messa questa settimana in lockdown per il COVID-19. Ciò ha provocando un terremoto sui mercati mondiali dell’alluminio, con i prezzi che sono schizzati a livelli record.

Come è possibile che l’epidemia di coronavirus a Baise, vicino al confine con il Vietnam, possa scatenare così tanta preoccupazione in tutto il mondo riguardo ad un metallo chiave per tutta l’economia globale?

Cominciamo con il dire che, fino ad ieri, quasi nessuno in Occidente era a conoscenza dell’esistenza di Baise, una città di 3,5 milioni di abitanti. Qui vengono prodotte circa 2,2 milioni di tonnellate di metallo all’anno, più dell’80% della produzione della regione cinese del Guangxi. Questa regione è la principale esportatrice di allumina della Cina, con circa 500.000 tonnellate di componenti in alluminio al mese.

190 casi di coronavirus

Con poco meno di 190 casi di COVID-19, un numero esiguo rispetto a quanto accade in altre parti del mondo, le autorità hanno deciso lunedì di mettere in lockdown tutta l’area. Come noto, la Cina ha una strategia zero-covid, con lockdown rigorosi e mirati, restrizioni di viaggio e test di massa per eliminare ogni singola infezione. Si tratta di una strategia nazionale che ha contribuito a mantenere la crescita economica durante la pandemia, ma che ha causato frequenti interruzioni nei principali hub di produzione del paese.

Perciò, Baise è stata bloccata, lasciando la maggior parte dei suoi residenti in isolamento domiciliare. Chi vive invece nelle zone rurali o nelle cittadine vicine è impossibilitato ad effettuare qualsiasi movimento.

Per quanto riguarda l’alluminio, secondo gli industriali di Baise, non è ancora stato colpito da fermi produttivi, visto che le fabbriche lavorano a livelli normali. Tuttavia, quello che si è fermato completamente è il trasporto di metallo, pesantemente influenzato dalle restrizioni ai movimenti.

I mercati hanno paura che non ci sarà abbastanza alluminio

In poche ore i timori per la mancanza di alluminio si sono diffusi in tutta la Cina e, a cascata, in tutto il mondo. Il mercato dell’alluminio, già nervoso anche prima di questo lockdown, dà per certo che i flussi logistici saranno ostacolati e che ci sarà una graduale restrizione dell’offerta causata da un calo della produzione.

Secondo Antaike, società cinese di ricerca sulle commodities, la Huayin Aluminium, una delle principali fonderie di Baise, ha ridotto la capacità di produzione di circa 1,2 milioni di tonnellate a causa dei blocchi dei trasporti. Inoltre, anche altri impianti di allumina in altre 3 province cinesi hanno ridotto la produzione.

Il mercato globale dell’alluminio sta già affrontando un grave deficit di produzione quest’anno, con la domanda che supera l’offerta, mentre l’economia mondiale si sta riprendendo dalla pandemia. Adesso, manca solo che le tensioni tra Russia e Ucraina degenerino in un conflitto armato per pagare l’alluminio più dell’oro!

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