I traders stanno scommettendo sul petrolio a 300 dollari. Pazzi o veggenti?

Nel bel mezzo della crisi energetica globale, sempre più traders speculativi entrano sul mercato per scommettere sul rialzo del petrolio.

I traders di commodity sono proprio matti. O almeno così potrebbe sembrare a chi non mastica tanto di finanza.

Questa settimana, i traders di opzioni hanno scommesso che i prezzi del petrolio raggiungeranno 250 dollari o, addirittura, 300 dollari al barile. È la prima volta quest’anno che si registrano livelli tanto alti di scommesse, secondo i dati ICE Futures Europe.

La speculazione si è scatenata sulle opzioni sul petrolio

Come ha riportato Bloomberg, sono state scambiate opzioni call a 250 e 300 dollari per l’equivalente di 5 milioni di barili di petrolio. Le opzioni call danno ai traders il diritto, ma non l’obbligo, di acquistare un bene ad un certo prezzo, il cosiddetto prezzo di esercizio, entro una certa data.

Ma allargando lo sguardo a tutto il mercato, nelle ultime settimane le quantità di opzioni call a cifre superiori ai 100 dollari sono aumentate vertiginosamente. Ciò significa che i trader più speculativi vogliono fare profitti rapidi negoziando opzioni sul petrolio a livelli altissimi.

Il mese scorso, i dati hanno mostrato che quando i prezzi del petrolio hanno raggiunto i massimi pluriennali, i traders più aggressivi hanno scommesso sul mercato delle opzioni che il petrolio avrebbe potuto superare i 100 dollari al barile entro la fine di quest’anno e raggiungere anche il record di 200 dollari al barile entro la fine del 2022.

Tutti rialzisti, dai traders alle banche

In mezzo alla crisi energetica in cui ci troviamo, la speculazione non poteva stare lontana dal mercato dell’energia. Ma, tra tanto fermento, sembra che la maggior parte dei traders sia decisamente rialzista sui prezzi del petrolio.

Anche le voci istituzionali parlano di rialzi. Bank of America, recentemente, ha affermato che i prezzi del Brent potrebbero salire fino a 120 dollari al barile nella prima metà del 2022. Le cause principali dei rialzi sono la crisi globale del gas, il boom dei viaggi aerei con il ritorno dei voli internazionali e la ripresa della domanda asiatica.

Se esiste qualche dubbio sul fatto di vedere i prezzi del petrolio a 300 dollari, c’è la quasi certezza che dal prossimo anno dovremo abituarci a prezzi a 3 cifre.

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