Secondo la Royal Dutch Shell, la multinazionale energetica britannica, il futuro dei trasporti a basse emissioni inquinanti vedrà un’ampia varietà di motori e di carburanti.
In questo contesto, la parte del protagonista tra i combustibili potrebbe essere riservata all’idrogeno.
I veicoli a celle a combustibile a idrogeno sono classificati a livello mondiale come veicoli a emissioni zero e, per questo motivo, stanno raccogliendo grandi consensi, anche da parte dei politici, in Nord America, in Europa e in Asia. Difficile resistere al fascino di emissioni costituite soltanto da vapore acqueo!
Purtroppo, ci sono diversi ostacoli da eliminare affinché la mobilità all’idrogeno possa diventare economicamente sostenibili. Per unire gli sforzi comuni, è nato un’associazione che raggruppa importanti attori a livello globale nel settore automobilistico ed energetico, di cui fanno parte Shell, Toyota, Total SA, Liquide SA e Linde AG. Tutte aziende che hanno previsto 10,7 miliardi di dollari di investimenti nelle auto a idrogeno per i prossimi 5 anni.
La Shell sta investendo in modo significativo nelle stazioni di rifornimento in Europa e negli Stati Uniti. L’azienda ha costruito quattro stazioni di idrogeno in Germania, una nell’aeroporto londinese di Heathrow e due in California. Insieme alla Toyota, ha in programma di costruirne altre sette in California, uno Stato all’avanguardia in questo settore e che dovrebbe vedere 100 stazioni di rifornimento di idrogeno entro il 2024, grazie a finanziamenti governativi.
Sembra che la Shell non voglia perdere il treno di questa opportunità, dal momento che si prevede che la domanda di auto a idrogeno raggiungerà un picco in circa 5 anni.
Come è facilmente comprensibile, una delle sfide principali per la mobilità all’idrogeno è il il numero di veicoli venduti, attualmente molto basso. Come riportato da HybridCars.com, sono 1.074 i veicoli a celle a combustibile venduti negli Stati Uniti nel 2016, dieci volte in più del 2015, ma un numero ancora esiguo rispetto ai tutti i veicoli venduti nel paese.
Anche l’Europa ha investito nell’autostrade ad idrogeno, con stazioni di rifornimento in Germania, Regno Unito, Francia e Scandinavia, ma le vendite di auto a idrogeno sono ben indietro rispetto agli Stati Uniti. Un po’ la stessa situazione che si registra in Giappone e Corea del Sud, dove le vendite di veicoli a celle a combustibile sono ancora in una fase iniziale.
Anche se nella percezione pubblica dell’idrogeno come combustibile sono ancora presenti i timori di un pericolo, che qualcuno pensa risalenti al disastro del dirigibile Hindenburg nel 1937, le celle a combustibile e l’idrogeno sono stati utilizzati nella massima sicurezza per diversi anni, per esempio, nel programma spaziale americano.
Se multinazionali come Shell e Toyota hanno fatto bene i loro conti, nei prossimi anni le nostre abitudini da automobilisti potrebbero cambiare radicalmente.
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