I prezzi del rame sono saliti ai massimi delle ultime due settimane. È un segnale che qualcosa sta cambiando sul mercato del metallo rosso?
Di certo, ci sono fondate speranze che i nuovi stimoli economici della Cina possano far crescere la domanda da parte del gigante asiatico, il principale consumatore mondiale di rame.
Arrivano gli aiuti finanziari cinesi?
La Cina rappresenta circa la metà della domanda mondiale di metalli. Le promesse del governo cinese di intensificare il sostegno finanziario al settore industriale e alle persone colpite economicamente dall’epidemia di COVID-19, dovrebbe supportare la ripresa dei consumi di rame e di altri metalli.
Ma in questi giorni è arrivata anche la notizia che la miniera peruviana di Las Bambas, di proprietà della MMG, fermerà la produzione dal 20 aprile a causa delle proteste delle comunità locali che chiedono maggiori contributi finanziari. Non va dimenticato che la miniera di Las Bambas gioca un ruolo importante nell’offerta globale di rame visto che rappresenta il 2% delle forniture totali. Inoltre, la miniera di Southern Copper (anch’essa in Perù) è rimasta chiusa per sei settimane a causa di manifestazioni di protesta.
Tutto ciò considerato, secondo la Bank of China International, i prezzi del rame e degli altri metalli dovrebbero essere supportati nella crescita.
Ma le prospettive dell’economia globale peggiorano
Tuttavia, queste nuove aspettative dei rialzisti sono state frenate dal taglio alle previsioni del Fondo Monetario Internazionale (FMI) circa la crescita economica globale di quasi un intero punto percentuale, in gran parte a causa del conflitto in Ucraina. Se l’economia globale dovesse entrare in crisi, un metallo come il rame, ampiamente utilizzato nell’edilizia e in altri importanti settori, ne verrebbe significativamente penalizzato.
Il 14 aprile, le quotazioni del rame a 3 mesi al London Metal Exchange (LME) sono arrivate a 10.310 dollari per tonnellata.
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