Tenetevi forte, l’LME sta per sganciare la bomba atomica sui metalli

Un possibile divieto di forniture russe nei magazzini LME sarebbe un evento catastrofico per il settore mondiale dei metalli. Ecco cosa sembra probabile possa succedere in meno di un mese…

Sul mercato globale dei metalli si sta per scatenare un disastro tale da non avere precedenti nella storia. Una specie di bomba nucleare sganciata dal London Metal Exchange (LME), le cui conseguenze sono per il momento imprevedibili ma che, certamente, cambieranno la faccia del mercato per sempre.

La borsa di Londra sta infatti discutendo un divieto ai metalli russi, che taglierà fuori dall’LME e dai suoi magazzini alcune delle più grandi aziende del mondo e che produrrà conseguenze sui mercati globali e su tutta la catena di fornitura dei metalli.

Alluminio, nichel e rame in cerca di casa

Se qualcuno comincia a pensare che questi toni siano troppo catastrofisti, farebbe bene a leggere con attenzione quello che segue…

Come ha riportato Bloomberg, se l’LME deciderà di procedere sulla strada di vietare al metallo russo (che rappresenta circa il 9% della produzione mondiale di nichel, il 5% di alluminio e il 4% di rame) di essere consegnato nei magazzini LME sparsi per il mondo, ci saranno quantità enormi di metallo in cerca di casa.

In realtà, come sanno bene tutti gli operatori, la stragrande maggioranza del metallo globale non passa per i magazzini LME, ma viene venduto e comprato direttamente tra produttori, commercianti e consumatori. I magazzini LME funzionano solo come un mercato di ultima istanza, dove i metalli fisici vengono ritirati nei momenti di carenza e consegnati nei momenti di eccesso. Anche i grandi gruppi russi, come Rusal e Norilsk Nickel, non vendono quasi mai il loro metallo direttamente all’LME, che rimane però una via di fuga in extremis.

Conseguenze imprevedibili anche sui prezzi

Mentre i traders si stanno preparando per un crollo della domanda e un conseguente eccesso di metallo, è logico attendersi che l’alluminio della Rusal, che molti utenti non vogliono comprare, si possa riversare nei magazzini LME, con un conseguente crollo dei prezzi. Ma se dovesse passare il divieto LME, si passerebbe nella situazione opposta: niente eccedenze di alluminio e prezzi spinti verso l’alto.

Tutte queste considerazioni sono quelle che hanno spinto sull’ottovolante i prezzi dell’alluminio che, quando si sono sparse le voci di un divieto LME, hanno registrato un balzo dell’8,5%, il più grande aumento intraday mai visto.

Ad ogni modo, le conseguenze di un divieto per il metallo russo avrebbe conseguenze pesanti anche sul fronte finanziario visto che le banche finanziano metallo solo se consegnabile LME, perché vogliono essere sicure che in caso di problemi possa essere venduto facilmente in borsa.

Grossi problemi per Rusal e Nornickel, ma anche per i loro clienti in tutto il mondo

Naturalmente, per Rusal e Nornickel ci sarebbero grossi problemi di finanziamento visto che la garanzia è normalmente costituita dal metallo stesso (consegnabile LME). A ruota, i problemi cadrebbero addosso anche ai loro maggiori clienti, occidentali e non occidentali. Le società russe sarebbero costrette ad accettare prezzi più bassi e le quotazioni di riferimento LME perderebbero il loro valore globale, perché si formerebbero senza tener conto di grandi quantità di metallo che verrebbero negoziate su una specie di mercato parallelo.

Come ha evidenziato anche BMO Capital Markets, gli equilibri tra domanda e offerta non cambieranno ma esisteranno compratori che godranno del metallo russo con sconti significativi.

Nulla sarà più come prima sul mercato globale dei metalli

Alla fine di tutto, i prezzi LME diventeranno sempre meno significativi e il mercato di Londra rifletterà sempre meno il libero mercato globale. In tutto questo non va dimenticato che l’LME è una società privata di proprietà della Hong Kong Exchanges & Clearing, motivo per cui alcuni maligni insinuano che dietro a tutto ci sia ancora la mano cinese.

Comunque sia, le sanzioni occidentali contro la Russia si stanno rivelando disastrose anche per il mercato globale dei metalli. Ma non stanno facendo danni soltanto al mittente e al destinatario, stanno anche colpendo indiscriminatamente tutti gli angoli dell’industria dei metalli fisici.

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