Talum ferma per sempre la sua produzione di alluminio primario

Dopo quasi 60 anni, si chiude definitivamente il sipario sulla produzione di alluminio primario in Slovenia. La crisi energetica europea non fa prigionieri…

Dopo aver prodotto alluminio primario per quasi 60 anni, l’azienda slovena Talum fermerà il prossimo aprile i forni elettrolitici ancora attivi per la produzione di alluminio. Motivo? Produrre primario in Europa non è più redditizio e l’azienda ha deciso di dedicarsi esclusivamente alla lavorazione del metallo e ad altre attività più proficue.

La UE perde almeno altre 50.000 tonnellate di primario all’anno

Il rapido aumento dei prezzi dell’energia aveva costretto lo scorso anno il produttore sloveno, con sede a Kidričevo, a ridurre la sua produzione di alluminio primario a circa il 20% della sua capacità. Per chi ancora non lo sapesse, i prezzi dell’elettricità in Europa sono aumentati di dieci volte dall’inizio del 2021. Poiché la produzione di alluminio primario è ad alta intensità energetica, la produzione di molti impianti è diventata anti-economica.

La Talum è un’azienda importante nel panorama economico della Slovenia, tanto che è tra i primi dieci esportatori del paese, con una produzione di 50.000 tonnellate di primario all’anno (ma aveva una capacità di 84.000 tonnellate) e oltre 110.000 tonnellate di altri prodotti in alluminio all’anno.

Nella nuova UE in guerra contro a Russia non ci sono più le condizioni per produrre primario

Ma il definitivo abbandono dell’azienda slovena sul mercato dell’alluminio primario non è purtroppo un’eccezione nella nuova Unione Europea (UE) delle sanzioni contro la Russia e della guerra in Ucraina.

Secondo AlCircle, la produzione di alluminio primario nell’Europa occidentale è diminuita di circa il 12,6% lo scorso anno, attestandosi a circa 2,9 tonnellate. Un dato che però ancora non descrive l’entità del terremoto che ha colpito il settore dell’alluminio nel nostro continente.

Infatti, le cifre negative peggioreranno ulteriormente dal momento che molte fonderie di alluminio in vari paesi dell’Europa occidentale hanno recentemente interrotto la produzione a causa dei costi energetici troppo alti, che rendono l’attività produttiva del tutto insostenibile.

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