Altri tagli in vista per le fonderie di alluminio. I traders lo danno per certo

L’aumento dei prezzi dell’energia sta creando grandi preoccupazioni tra i produttori di alluminio, che stanno valutando se tagliare ulteriormente la produzione delle fonderie in Europa.

Peggio di così non può andare? Non proprio, sul mercato dell’alluminio ci sono fondate preoccupazioni che stia arrivando tutta una serie di riduzioni della produzione di metallo a causa degli elevati costi energetici.

All’inizio di questa settimana, gli scioperi dei lavoratori della società energetica francese TotalEnergies hanno fatto aumentare i prezzi dell’energia elettrica nazionale. Nel terzo trimestre, le fonderie di alluminio francesi devono pagare l’energia 700 euro per megawattora (MWh), quando per produrre una tonnellata di metallo sono necessari 14 MWh. In pratica, solo per coprire i costi energetici, dovrebbero vendere l’alluminio a 9.800 dollari per tonnellata. Quindi, se continuano a produrre vanno in bancarotta.

Insostenibile economicamente la produzione di alluminio in Europa

Il problema investe tutta l’Europa, con i margini che si riducono o diventano negativi per i prezzi elevati dell’energia elettrica, mentre le quotazioni dell’alluminio LME (London Metal Exchange) si indeboliscono. Attualmente (4 luglio), il contratto cash vale 2.431 dollari per tonnellata, dopo aver raggiunto il picco di 3.984 dollari il 7 marzo.

I traders danno per scontato che ci saranno nuovi tagli produttivi poiché in Europa non è economicamente sostenibile continuare a produrre alluminio. Già verso la fine dello scorso anno alcuni smelters avevano ridotto la produzione. A dicembre, Alcoa aveva annunciato la riduzione dell’operatività nella sua fonderia spagnola di alluminio di San Ciprian, con una capacità annuale di 228.000 tonnellate. Anche Hydro aveva tagliato la produzione a circa il 60% della capacità nel suo impianto di primario Slovalco, in Slovacchia. Stessa cosa decisa dall’azienda rumena Alro, che ha ridotto la produzione di alluminio primario da cinque a due impianti di elettrolisi.

Instabilità, incertezza e difficoltà a capire cosa sta succedendo

Se in questo momento i giganti dell’alluminio stanno cercando di resistere, cercando di capire cosa sta succedendo, crescono le preoccupazioni che si arriverà ad altri tagli produttivi mentre l’arrivo dei mesi invernali peggiorerà la crisi energetica. Di conseguenza, tra i consumatori tornerà in auge l’interrrogativo dello scorso anno: “da dove prenderemo tutto l’alluminio di cui abbiamo bisogno?

Nel frattempo, proprio a causa di queste preoccupazioni e dell’instabilità intorno ai costi energetici, i premi per la consegna fisica di alluminio rimangono alti, ancora lontani dalla discesa che qualcuno sperava ci potesse essere.

Secondo Fastmarkets, il premio per i pani di alluminio primario (DP Rotterdam) è a quasi 600 dollari per tonnellata, in calo di quasi 10 dollari rispetto alla settimana precedente. Anche se i premi sono calati di circa 30 dollari dai massimi storici, rimangono pur sempre superiori del 52% rispetto al 2021.

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