Stop del Venezuela al petrolio per la UE. Un altro fornitore perso…

Il Venezuela ha appena interrotto le spedizioni di petrolio per l’Unione Europea. Per riprenderle chiede combustibili raffinati in cambio di greggio.

Con le importazioni di gas naturale dalla Russia tagliate dell’80% attraverso il Nord Stream 1 e senza la maggior parte delle spedizioni di petrolio, l’Italia, in buona compagnia della maggior parte dei paesi dell’Unione Europea (UE), se la vedrà davvero brutta quest’inverno.

Maduro vuole combustibili raffinati in cambio di greggio

E pensare che la UE aveva pensato come alternativa alle forniture russe a due paesi ricchi di petrolio: Iran e Venezuela. Quest’ultimo, dopo 2 anni di sanzioni americane, poteva finalmente vendere il suo petrolio in Europa a fronte di una riduzione del suo debito. Peccato che ora Maduro abbia deciso di non essere più interessato agli accordi di qualche mese fa. Infatti, come riporta ZeroHedge, adesso vuole combustibili raffinati dai produttori italiani e spagnoli in cambio di greggio.

D’altronde, con la UE in piena crisi energetica e alla vigilia di un inverno che potrebbe essere drammatico, quale momento migliore per Maduro per rinegoziare un accordo petrolifero assicurandosi condizioni più vantaggiose?

Le sanzioni americane insieme al calo degli investimenti (e della manutenzione) hanno strangolato l’industria petrolifera venezuelana. A luglio, la produzione complessiva è scesa del 38% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. I combustibili raffinati sarebbero molto utili per molti impianti petroliferi del paese che richiedono diluenti importati per operare.

Ci siamo giocati anche il petrolio venezuelano

Comunque, per il momento, la UE ha confermato che non ha in programma di cambiare l’accordo petrolio-debito con il Venezuela. In altre parole, ci siamo persi il petrolio venezuelano, un’altra fonte di energia che quest’inverno avrebbe fatto molto comodo.

Inoltre, senza petrolio venezuelano e senza quello russo, i prezzi aumenteranno vertiginosamente nella UE. I paesi europei correranno ad acquistare forniture di energia ovunque riescano a trovarle, con un effetto dirompente su tutto il mercato globale visto che le fonti disponibili si ridurranno anche per ogni altro paese. Il ritorno del freddo invernale porterà le bollette energetiche europee a livelli che facciamo fatica ad immaginare.

A Bruxelles sono tutti dei bravissimi banchieri e burocrati, come ha dimostrato il successo della moneta unica europea. Purtroppo, sono anche dei pessimi conoscitori dell’economia reale e l’inverno che sta arrivando, quasi certamente, metterà a nudo questa triste realtà.

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