“Chi avrà il petrolio avrà il potere“, scrisse il francese Henry Berenger in una nota diplomatica per Clemenceau il 12 dicembre 1919, alla vigilia della Conferenza franco-britannica di Londra, riguardante l’Europa e il futuro dell’Asia Minore.
Il più grande produttore di petrolio d’Europa
A quei tempi, il più grande produttore di petrolio d’Europa, con 104 compagnie petrolifere ed esportazioni di greggio in tutto il mondo, era la Romania. Un paese che, inoltre, vantava di essere stato il primo a registrare nel 1857 la produzione di petrolio: 275 tonnellate. Negli anni seguenti si accodarono altri paesi come gli Stati Uniti (nel 1859), l’Italia (nel 1860), il Canada (nel 1862) e la Russia (nel 1863).
Nel 1937, la Romania era al 7° posto nel mondo per quanto riguarda le riserve mondiali di petrolio. Inoltre, la prima raffineria al mondo fu costruita vicino a Ploiesti, a nord di Bucarest, nel 1856.
Il 1 aprile 1857 mille lampade con stoppini illuminavano le strade di Bucarest, la capitale, che divenne la prima città al mondo con illuminazione pubblica a petrolio. Proprio qui nasce una nuova professione: quella del “lampionaio“. Il lampionaio era colui che dovevano accendere e spegnere le luci, pulire il vetro e sorvegliare il corretto funzionamento dei lampioni.
Senza il petrolio rumeno Hitler non avrebbe potuto attaccare l’URSS
Durante la Seconda Guerra Mondiale la Romania era il più grande produttore europeo di petrolio. Perciò, ebbe un ruolo essenziale per le operazioni militari della Germania nazista e dei suoi alleati. Esistono anche delle registrazioni audio di Hitler che diceva “Senza il petrolio della Romania non avrei mai attaccato l’Unione Sovietica“. Per questo, le industrie petrolchimiche vicino a Ploieşti furono pesantemente bombardate dagli americani.
Ma cosa rimane al giorno d’oggi di tutta questa ricchezza petrolifera? Innanzitutto, con 10 raffinerie e una capacità di raffinazione complessiva di circa 504.000 barili al giorno, la Romania ha la più grande industria di raffinazione nella regione.
Inoltre, il paese possiede ancora notevoli risorse di petrolio. Secondo il Romanian WEC Member Committee, esistono riserve per quasi 80 milioni di tonnellate. Inoltre, il paese produce circa 4 milioni di tonnellate all’anno (dati World Energy Council del 2016). Tuttavia, si tratta di una quantità in progressiva contrazione dal 1995. Pur non essendo troppo significativa a livello globale (anche l’Italia produce di più), da pur sempre un importante contributo all’economia nazionale in termini di entrate fiscali, posti di lavoro, know how tecnologico ed esportazioni.
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