La fonderia di alluminio rumena Alro ha comunicato agli investitori che ridurrà la sua produzione di alluminio primario del 60% il prossimo anno.
Non è difficile indovinare le cause… La situazione eccezionale sui mercati dell’energia e del gas ha costretto il Consiglio di Amministrazione dell’azienda alla drastica decisione di ridurre la produzione di alluminio primario da cinque a due sale di elettrolisi. Secondo i dati ufficiali, l’azienda ha una capacità produttiva di 265.000 tonnellate all’anno di primario e di 340.000 tonnellate di leghe.
Difficile comprare elettricità in un mercato con prezzi alle stelle
Indicativo di quanto sia complicata la situazione sul mercato energetico è quanto riportato dal portale rumeno Economica. ALRO, per coprire i suoi fabbisogni energetici per il 2022, ha partecipato ad 84 aste sulla borsa elettrica locale negli ultimi tre mesi. Tuttavia, in 82 di queste aste non è riuscita a comprare poiché c’erano altri acquirenti disposti a pagare di più.
ALRO spera che la situazione si normalizzi quanto prima e che sia possibile riavviare gli impianti, certamente non prima che le condizioni del mercato energetico tornino alla normalità.
Un boccone amaro per clienti e fornitori
Le conseguenze immediate e negative cadranno addosso ai lavoratori e ai clienti che si aspettano di ricevere metallo dall’azienda. Per quanto riguarda i primi non ci saranno licenziamenti ma, probabilmente, verranno applicate misure con ammortizzatori sociali (qualcosa di simile ad una cassa integrazione).
Ma per i clienti non ci saranno materassi ad ammorbidire il danno di non ricevere alluminio, così come per i fornitori che non potranno consegnare quanto previsto. ALRO è intenzionata ad avviare discussioni costruttive con clienti e fornitori per ridurre l’impatto dei tagli produttivi.
Gli investitori non hanno preso tanto bene la notizia e alla borsa valori di Bucarest, in un solo giorno, i titoli azionari della ALRO sono scesi del 3,7%. Da inizio anno le azioni della società sono scese del 19%.
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