Il riciclo della plastica è una frode per ingannare i consumatori?

Un recente studio accusa le grandi compagnie petrolifere e i produttori di plastica di condurre una campagna fraudolenta e ingannevole sul riciclo dei loro prodotti.

È appena stato pubblicato un report internazionale (The Fraud of Plastic Recycling) sullo stato dell’arte del riciclo della plastica. Un duro atto di accusa ai produttori di plastica e alle grandi compagnie petrolifere che avrebbero condotto campagne fraudolente per ingannare i consumatori.

Il Center for Climate Integrity (CCI), con sede negli Stati Uniti, accusa le società di combustibili fossili e altre società petrolchimiche di disinformare in mala fede il pubblico da decenni. Big Oil e l’industria della plastica hanno ingannevolmente promosso il riciclo come soluzione alla gestione dei rifiuti nonostante la conoscenza di lunga data che il riciclo della plastica non è tecnicamente o economicamente fattibile su larga scala.

Un grande inganno ai danni di consumatori, politici e regolamentatori

Il report in questione afferma senza mezzi termini che le aziende petrolchimiche hanno ingannato consumatori, politici e regolatori sulla fattibilità del riciclo della plastica. Il motivo? Per assicurarsi la la possibilità di espandere la propria produzione che, come è sotto gli occhi di tutti, ha portato ad una crisi di rifiuti di plastica e inquinamento che sta colpendo numerose comunità negli Stati Uniti e in tutto il mondo.

Secondo il CCI, i costi della gestione e della bonifica di questo tipo di rifiuti sono in gran parte sostenuti dalle amministrazioni locali o dallo Stato e si prevede che tali costi aumenteranno in modo esponenziale nei prossimi decenni. Tutto ciò, nell’illusione che sia possibile realizzare un’economia circolare con il riciclo della platica, alimentata da pubblicità fuorviante e ingannevole promossa dall’industria della plastica. In realtà, il riciclo della plastica, sia che vengano utilizzate tecnologie tradizionali che avanzate, viola i principi fondamentali della circolarità.

La raffinazione e il riutilizzo della plastica non è fattibile su larga scala

Di fatto, le aziende petrolchimiche non hanno intenzione di ridurre al minimo l’estrazione delle risorse necessarie alla produzione della plastica, ma piuttosto pianificano di espandere in modo significativo l’estrazione per la produzione di resina vergine. Quello che ripetono è che i sottoprodotti chimici ottenuti attraverso queste tecnologie possono essere raffinati e utilizzati per produrre nuove plastiche e prodotti. Tuttavia, ciò non si è dimostrato fattibile su larga scala.

Sempre secondo il CCI, le società produttrici di combustibili fossili e le altre società petrolchimiche dovrebbero essere ritenute responsabili dei danni ambientali provocati dalla plastica, proprio come le società produttrici di tabacco.

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