Chi ricicla tessile in Europa è sull’orlo del collasso

Il settore europeo della selezione dei tessili scartati per il riutilizzo e il riciclo è in grave crisi e potrebbe collassare.

Il settore del riciclo del tessile nell’Unione Europea (UE) è in una grave crisi che rischia di provocare danni irreversibili. Anche l’EURIC, l’associazione delle industrie europee del riciclo, ha lanciato l’allarme, avvisando che ci sono segnali preoccupanti che arrivano soprattutto da paesi come la Germania, i Paesi Bassi e il Regno Unito.

Se non ci saranno interventi immediati ed urgenti, potremmo trovarci a fare la conta di tutti i danni economici conseguenti, a cui si aggiungerebbero anche i danni ambientali. Secondo l’EURIC, una combinazione di costi in aumento, calo delle vendite dovuto alla forte concorrenza e lacune legislative sta mettendo a rischio le risorse tessili riutilizzabili e l’economia circolare ad esse collegata.

Troppi abiti di seconda mano che non si riescono a vendere

Ci sono troppi abiti di seconda mano invenduti a causa di una diminuzione globale delle vendite, che si aggiungono a modelli commerciali che non tengono in sufficiente considerazione le problematiche del riciclo. La conseguenza è che la cernita dei tessuti scartati è diventata finanziariamente non sostenibile.

Un eccesso di abbigliamento di seconda mano invenduto e modelli di business che non sono adeguati per il riciclo, hanno provocato una situazione che potrebbe rendere impossibile il riutilizzo e il riciclo dei tessuti scartati. Se ciò accadesse, l’unica opzione disponibile sarebbe l’incenerimento, una conseguenza dell’impraticabilità della raccolta differenziata dei tessili scartati per problemi finanziari.

Le autorità di Bruxelles interverranno a sostegno del settore?

Inoltre, quando gli indumenti di seconda mano non potranno più essere forniti ai paesi che ne dipendono, ci sarà anche un significativo impatto economico, sia a livello locale che all’interno dell’intera UE.

La speranza di EURIC è che le autorità di Bruxelles intervengano prima che sia troppo tardi, revisionando la direttiva quadro sui rifiuti (WFD) e con i programmi EPR a sostegno del settore.

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