Le ricchezze minerarie dell’Iran, un patrimonio sottoutilizzato

L’Iran era tra i paesi leader nell’attività mineraria nei tempi antichi ma, ai nostri giorni, ha preferito favorire il settore petrolifero, quasi abbandonando il settore minerario. Ma le cose sembra possano cambiare…

In un paese abituato a vivere ormai da molti anni sotto il peso delle sanzioni economiche occidentali, le informazioni circa le sue ricchezze e le risorse naturali sono difficili da ottenere e ancora più difficili da verificare.

D’altronde, è dal 1979, quando venne attaccata l’ambasciata americana a Teheran, che l’Occidente ha cercato di isolare questa regione del mondo. Le sanzioni economiche hanno congelato i beni e hanno influenzato, tra l’altro, gli investimenti in gas, petrolio e prodotti petrolchimici, insieme a banche e transazioni assicurative e spedizioni.

Di fatto, soprattutto le sanzioni del 2010, hanno colpito l’Iran in modo particolarmente duro, influenzando, non da ultimo, lo sviluppo del settore minerario.

Tante opportunità dalle risorse minerali

Secondo la PressTV, la compagnia televisiva di stato, il settore minerario iraniano ha alcune delle più importanti ricchezze del mondo, ma rimane ampiamente sottosviluppato. Questo patrimonio naturale comprende circa 68 diversi tipi di minerali le cui stime, approssimative, sia aggirano sui 700 miliardi di dollari.

Oltre a importanti depositi di minerale di ferro a Kerman, Khorasan e Yazd, il paese possiede anche metalli non ferrosi. Ci sono giacimenti di rame a Sar-Cheshmeh, Sungun e Miduk e giacimenti di zinco e piombo a Mehdiabad. Secondo lo United States Geological Survey (USGS), le riserve iraniane di zinco, rame e minerale di ferro sono tra le più grandi al mondo.

Inoltre, l’Iran produce alluminio, oro, manganese e uranio, di cui detiene la decima riserva mondiale. Di seguito, sono riportati alcuni metalli e minerali che il paese produce.


Produzione 2013
Alluminio primario 331.900 tonnellate
Rame raffinato 190.300 tonnellate
Minerale di ferro 40 milioni di tonnellate
Piombo raffinato 85.000 tonnellate
Minerale di Manganese 170.000 tonnellate
Zinco 134.000 tonnellate
Uranio ?
Oro (chilogrammi) 2.000 chilogrammi
Cromo (minerali e concentrati) 410.000 tonnellate
Molibdeno 3.500 tonnellate
Minerale di Stronzio 20.000 tonnellate

Un tesoro di metalli rari

Come già accennato, dati e informazioni sono difficili da trovare, ma sembra che il paese voglia sfruttare meglio soprattutto le sue risorse naturali di metalli rari. Si tratta di titanio, magnesio, antimonio, renio, arsenico e terre rare.

Nel caso del titanio esiste una enorme miniera a Fanuj, nella provincia di Sistan-Baluchistan, vicino al confine con il Pakistan orientale. Con riserve stimate di circa 3,6 miliardi di tonnellate, si dice che Fanuj abbia 30 giacimenti, ciascuno in grado di produrre un milione di tonnellate di minerale di titanio all’anno. Altre importanti riserve sono situate a Kahnuj nella provincia di Kerman (400 milioni di tonnellate) e vicino a Orumieh (200 milioni di tonnellate).

Tuttavia, il contributo alle esportazioni complessive non petrolifere del paese da parte del settore minerario, sia in volume che in valore, è molto piccolo e per nulla proporzionato alle sue ricchezze di risorse naturali.

Ma le cose potrebbero essere destinate a cambiare. Infatti, tra i governanti iraniani si sta facendo largo la convinzione che minerali e metalli potrebbero dare un contributo anche maggiore rispetto alle entrate dell’industria petrolifera.

Certamente, il settore minerario in Iran presenta opportunità niente affatto insignificanti. Qualcuno ha addirittura provato a stimarle, quantificandole tra i 20 a i 29 miliardi di dollari. Una montagna di denaro che, ormai da tempo, fa gola a molti.

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