Il rame è ufficialmente in un trend ribassista. Il peggio deve ancora venire?

A poco meno di tre mesi dai picchi raggiunti a marzo, i prezzi del rame sono incamminati verso il basso, mentre sull’economia globale soffiano venti di bufera.

Uno dei migliori indicatori della crescita economica globale, il rame, è ufficialmente entrato in un trend ribassista, dopo essere precipitato di circa il 15% dai picchi di marzo.

Il 7 marzo le quotazioni del rame avevano quasi toccato 11.000 dollari per tonnellata e il mondo sembrava non potesse più vivere senza questo metallo. La domanda industriale sembrava destinata a crescere senza ostacoli, mentre l’elettrificazione dell’economia globale sembrava avrebbe continuato ad espandersi. Poiché il rame gioca un ruolo chiave nei veicoli elettrici (fino a 80 chilogrammi di questo metallo vengono utilizzati in alcune auto), avrebbe dovuto alimentare la transizione verde insieme al nichel e al litio.

Recessione in arrivo

Non che queste considerazioni non siano vere, soprattutto nel lungo termine. Tuttavia, non sono state sufficienti a contrastare gli effetti sull’economia globale dell’aumento dei prezzi dei combustibili fossili (petrolio e gas naturale) dopo la guerra in Ucraina. Con una recessione in arrivo, il rame ha fermato la sua corsa ed ha cominciato a precipitare.

Gli investitori hanno cominciato a credere che le prospettive di una crescita economica globale che si intravedevano non si sarebbero avverate. Ciò ha lasciato il posto alle preoccupazioni geopolitiche per il conflitto in Ucraina e, soprattutto, per i lockdown cinesi per combattere la diffusione del COVID-19.

La Cina è il più grande consumatore di rame al mondo, rappresentando più della metà della domanda totale. Di conseguenza, il destino economico della Cina è indissolubilmente legato alla performance del rame. Qualcuno dice che quando la Cina starnutisce, il rame prende sempre il raffreddore.

La globalizzazione verrà compromessa?

Anche se l’analisi tecnica indica che la pressione delle vendite potrebbe essersi esaurita nel breve termine, i fattori fondamentali possono ancora esercitare una spinta al ribasso. Infatti, le preoccupazioni per il COVID-19 in Cina e per le ripercussioni negative sulla crescita globale, continuano a crescere.

Ma esiste anche un altro aspetto potenzialmente ribassista per il rame, da tenere comunque in considerazione. Se le attuali questioni geopolitiche ed economiche (COVID-19 in Cina e guerra in Ucraina), dovessero compromettere la globalizzazione con la conseguente diminuzione dei flussi commerciali in tutto il pianeta, i prezzi del rame ne risentirebbero negativamente.

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