Nel 2015 salirà o scenderà? Questa è il dilemma in cui da mesi il mercato del rame si dibatte.
Naturalmente, la questione non è di poco conto, dal momento che il metallo rosso è un indicatore importante e decisivo per comparti cardine di tutta l’economia globale.
Anche se la maggior parte degli analisti è ottimista sulle prospettive a medio termine del rame, la questione se il metallo sarà in eccedenza o in deficit nel breve termine rimane una questione controversa.
Alcune società hanno recentemente rilasciato i loro pareri per quanto riguarda le prospettive del metallo rosso, alcune abbassando le loro previsioni di prezzo, altre prospettando un rialzo dei prezzi.
Goldman Sachs ha abbassato l’outlook per i prezzi del rame, soprattutto a causa della forza del dollaro, che renderà più economica l’energia ed i costi di produzione in generale.
La previsione della famosa banca d’affari è di 5.542 dollari a tonnellata per l’anno in corso (la precedente previsione era di 6.400 dollari). Inoltre ha abbassato le sue previsioni anche per altri metalli come il piombo, il nichel e lo zinco.
Allo stesso modo, Moody ha cambiato l’outlook da “stabile” a “negativo” per il settore dei metalli e nel suo ultimo rapporto riguardante l’intero settore prevede una generale debolezza dell’economia e dell’industria.
Il rallentamento del PIL della Cina e la debolezza dell’economia nel Vecchio Continente porteranno ad un calo dei prezzi del rame, nonostante il rafforzamento dell’economia americana con il conseguente aumento del consumo di metalli base. Questa volta la locomotiva americana non sarà sufficiente a contrastare l’indebolimento globale.
Tuttavia, esistono altre considerazioni di segno opposto che potrebbero portare il mercato in un altra direzione.
Come rileva Credit Suisse, il nuovo progetto cinese che prevede l’investimento di 68,7 miliardi di dollari per il potenziamento del sistema di distribuzione di elettricità nel paese, insieme alla minor disponibilità di rottami, potrebbe determinare un aumento della domanda di rame.
Nel complesso, secondo Credit Suisse, le prospettive sono abbastanza incerte ma esistono maggiori probabilità che il mercato evolva positivamente, soprattutto a causa dei rischi potenziali di un’interruzione dell’approvvigionamento.
Come in poche altre occasioni, l’incertezza tra gli analisti la fa da padrona.