Il rame sale, poi scende, poi sale… sempre più difficile per chi deve comprare

Tempi difficili per i consumatori di rame, alla ricerca di un momento di debolezza dei prezzi per acquistare a condizioni favorevoli.

Nel corso del mese di ottobre i prezzi del rame al London Metal Exchange (LME) sono diminuiti. A inizio mese avevano superato i 6.000 dollari a tonnellata ma, a fine mese, sono ricaduti verso il basso, finendo al di sotto dei 6.000 dollari. Ma non è finita qui…

A inizio novembre, il rame ha recuperato slancio e i prezzi sono bruscamente aumentati, con un guadagno di circa il 32%. Adesso il volume degli acquisti sembra forte e i prezzi, al 9 novembre, si trovano a 6.088 dollari (contratto cash).

La Linea del Piave dei 6.000 dollari

Come ben sanno gli operatori del settore, 6.000 dollari non è un prezzo qualsiasi. Infatti, per buona parte del 2017 è stato un limite invalicabile. Più volte, i prezzi avevano cercato di superare questa soglia, senza però riuscirci. Soltanto in agosto dello scorso anno la resistenza dei 6.000 dollari era stata infranta, dando inizio ad un trend al rialzo a lungo termine, ancora in essere.

Ma lasciamo per il momento i grafici e le analisi tecniche per dare un’occhiata a cosa dicono i fondamentali di mercato. Domanda e offerta di metallo sono in deficit da inizio anno e, con il passare dei mesi, lo sbilancio si è ampliato. Secondo l’International Copper Study Group (ICSG), i dati di luglio hanno mostrato un deficit di 47.000 tonnellate.

In Cile, che attualmente produce circa il 25% della produzione annua globale di rame, pari a 23 milioni di tonnellate, i produttori sono alla ricerca di nuovi mercati. Naturalmente, quando si parla di nuovi mercati per il metallo rosso si fa riferimento ai veicoli elettrici, dove il consumo di metallo è superiore a quello dei veicoli normali. Infatti, i veicoli elettrici contengono 50 chilogrammi di rame contro 23 chilogrammi di quelli con motore a combustione standard.

Meglio contratti di fornitura a lungo termine

Anche per questi motivi, le società minerarie cilene stanno cercando di assicurarsi contratti di fornitura di rame a lungo termine. Non a caso la Codelco, il più grande produttore di rame del mondo (con circa il 7% delle forniture globali), ha già bloccato 60.000 tonnellate all’anno, dal 2019 al 2021, con i cinesi della Minmetals. Il deterioramento della purezza del minerale di rame sembra sia stata un’altra ragione che ha spinto verso questo accordo.

Dall’altra parte dell’oceano, in Cina, i prezzi del rottame sembrano invece incamminati lungo una leggera tendenza al ribasso a breve termine. Secondo gli esperti, visto che lo spread con il metallo puro si sta allargando, è un buon segno, perché indica che il consumo di rottami sta crescendo.

Di certo, per chi deve acquistare rame in questo periodo, le difficoltà non mancano. Quasi impossibile trovare il giusto tempismo per acquistare, a meno di non affidarsi a coperture del rischio, che ammorbidiscano le pazzie di un mercato tanto imprevedibile.

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