Rame sempre più scarso. Con la domanda in salita, i prezzi esploderanno

Per Goldman Sachs, il mondo rischia una penuria di rame nei prossimi anni, con una conseguente impennata dei prezzi a livelli decisamente alti.

Quest’anno, i prezzi del rame non hanno ancora trovato una direzione. Dopo un aumento del 26% nel corso del 2021, le quotazioni hanno fatto un balzo in alto a 10.380 dollari per tonnellata, ma poi hanno ritracciato di quasi il 4%.

Ma queste incertezze non devono trarre in inganno, dal momento che potrebbe essere la premessa di uno strappo imminente. Secondo Goldman Sachs, il prezzo del rame sta andando verso una vera e propria esplosione.

Scorte bassissime e mercato in deficit

I motivi sono sotto gli occhi di tutti. Le preoccupazioni per l’economia globale, in particolare per quella cinese, si stanno allentando. Con una domanda in crescita e diversificata, dai veicoli elettrici alle reti elettriche, il metallo rosso è destinato a riprendere la corsa verso l’alto.

Come sottolinea Goldman Sachs, le scorte di rame sono a livelli eccezionalmente bassi (poco più di 200.000 tonnellate) che, a malapena, possono coprire tre giorni di consumo globale. Inoltre, per quest’anno, il mercato è previsto in deficit di 197.000 tonnellate.

Lo scorso ottobre i consumatori si sono accorti delle implicazioni di scorte troppo basse. Allora, le scorte del London Metal Exchange (LME) erano scese al minimo dal 1974 e i futures sul rame erano balzati ad un massimo infra giornaliero di 10.633 per tonnellata alla borsa di New York.

Nei prossimi anni assisteremo ad una corsa dei prezzi

Il mercato globale del rame è destinato ad un’offerta strutturalmente insufficiente, per la mancanza di nuove miniere e di investimenti in nuovi progetti di esplorazione. Come se non bastasse, ci sono crescenti incertezze sulle politiche future del più grande paese produttore del mondo, il Cile. Sembra infatti che il nuovo governo sia orientato verso una tassazione più onerosa delle attività minerarie, sotto la minaccia di una espropriazione statale. Sempre secondo Goldman Sachs, il nuovo disegno di legge sulle royalty minerarie del governo cileno mette a rischio un milione di tonnellate di produzione.

Tutto ciò considerato, le previsioni della grande banca d’investimento americana sono totalmente rialziste per il rame, con una media di 11.875 la tonnellata nel 2022, fino ad arrivare ad una media annua di 15.000 dollari nel 2025.

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