Rame ai massimi storici e magazzini vuoti. Il mercato è in preda al panico

Mentre il rame infrange tutti i record storici, ci sono numerose questioni che alimentano le paure dei mercati e che continueranno a spingere i prezzi in alto.

Il rame è arrivato ai massimi storici. I trader stanno cercando di fare scorte nel timore che la catena di approvvigionamento si possa interrompere.

I mercati hanno sempre più paura per tutta una serie di problemi che sembrano essersi dati l’appuntamento proprio in questi mesi. Le scorte di metallo sono basse e i costi energetici stanno crescendo alle stelle, mentre la guerra tra Russia e Ucraina avrà impatti pesanti nel lungo termine sulla crescita globale. Ma non basta… i tassi di interesse in occidente crescono e l’economia cinese sta rallentando.

Fa più paura la crisi energetica che la guerra in Ucraina

Inoltre, per avere un quadro più preciso e meno retorico della situazione, va considerato che in questo momento i mercati sono più preoccupati per i costi energetici insostenibili che per il conflitto ucraino.

Tutto ciò considerato, la scorsa settimana è terminata con il rame, consegna a maggio, a 10.910 dollari per tonnellata (COMEX di New York), con un guadagno di oltre il 3% in un solo giorno e con un massimo storico assoluto. Il rame non è il solo metallo che continua a salire visto che, per esempio, anche il nichel ha raggiunto per la prima volta dal 2008 i 30.000 dollari a tonnellata.

Le scorte di rame nei magazzini del London Metal Exchange (LME) sono in calo e hanno raggiunto 69.825 tonnellate, il più basso livello dal 2005.

Panico per l’offerta e altre brutte notizie

Come ha evidenziato anche T-Commodity, il mercato è in preda al panico in termini di offerta, mentre gli analisti si attendono ulteriori rialzi di prezzo. Anche se la Russia non è tra i paesi più importanti per quanto riguarda il metallo rosso (produce circa il 3,5% del rame mondiale), la guerra in Ucraina ha alimentato i timori di una crisi dell’offerta.

Le sanzioni nei confronti di individui e società russe hanno spinto molte banche, spedizionieri e altre aziende a smettere di lavorare con aziende o merci russe. Inoltre, i prezzi dell’energia sono alle stelle, con grossi rischi di fermo per la produzione in Europa. Un mix perfetto che potrebbe innescare un altro rally dei prezzi dei metalli.

Infine, un’altra brutta notizia che sembra confermare il detto che piove sempre sul bagnato. Il Cile, che produce oltre un quarto del rame mondiale, ha registrato a gennaio la sua produzione più bassa dal 2011 (-7,5% rispetto a gennaio 2021).

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