Quando mio nonno raccoglieva rottami con il carretto

Le fortune di molti imprenditori metallurgici hanno radici che risalgono al dopoguerra, quando raccogliere rottami era un mezzo per sopravvivere alla fame.

Erano momenti bui nella storia del nostro paese e di quasi tutta l’Europa. Tempi di guerra e povertà, dove l’arte di arrangiarsi era per molti l’unico modo di sopravvivere.

Mio nonno apparteneva a quella generazione di persone vissute nel secolo scorso e sopravvissuto a due guerre mondiali.

Raccogliere rottami per sopravvivere alla fame

A quei tempi il commercio di rottami aveva un sapore completamente diverso dal giorno d’oggi. Mio nonno andava a cercare qualsiasi tipo di rottame, spingendo un carretto sul quale raccoglieva oggetti rotti e dismessi, che in alcuni casi venivano rigenerati alla bell’e meglio e rivenduti o semplicemente barattati. Raccogliere rottami con un carretto era un modo come tanti per sopravvivere alla fame e alla povertà.

Mai avrebbe potuto immaginare che una parte di quanto raccoglieva quotidianamente, un giorno, avrebbe raggiunto un valore e un’importanza impensabili per l’epoca. Dal lavoro di persone come mio nonno sarebbe nato un’economia industriale ricca e prospera (almeno fino a prima della crisi del 2008).

Certamente, da un certo punto di vista, era un’epoca in cui tutto era distrutto. Quindi, tutto era da ricostruire, con inimmaginabili opportunità rispetto a quelle che si presentano agli imprenditori odierni.

Il tesoro abbandonato dai nazisti

Per esempio, stando ai racconti di mio nonno, qualcuno era riuscito a scoprire e ad impossessarsi delle chiavi di alcuni grandi magazzini dove i tedeschi, ormai persa la guerra e in fuga precipitosa dall’Italia, avevano abbandonato automezzi da trasporto, pezzi di ricambio, armi, munizioni e materiale logistico di ogni genere. Una gigantesca miniera di metalli ferrosi e non ferrosi: ferro, ottone, acciaio, tungsteno, alluminio, ottone, zinco, rame. Inoltre, alcune leghe impiegate sui mezzi militari erano ancora del tutto sconosciute in Italia.

Questo qualcuno trasformò in tempi da record tutto il contenuto dei magazzini in rottami, trasportandoli altrove. Un immenso patrimonio di metalli.

Iniziò così la storia di uno dei più importanti e ricchi imprenditori dell’Italia del dopoguerra, che da quella volta costruì un vero e proprio impero industriale. Un’iperbole partita da un carretto e arrivata alla Rolls Royce, un po’ come succede in America dove vengono accumulate enormi ricchezze in brevissimo tempo da persone che iniziano la loro attività senza un soldo in tasca. A quei tempi l’America era in Italia!

Di quel passato remoto mi è rimasto un caro ricordo, anzi qualche tonnellata di ricordi, dal momento che ancora conservo in un angolo di magazzino un po’ dell’ottone che mio nonno raccoglieva e non so quando mai troverò il coraggio di venderlo.

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