Mentre la produzione di alluminio in Europa continua a perdere pezzi a causa dell’impennata dei prezzi dell’elettricità e dell’energia, in Cina stanno proiettando un film completamente diverso.
Infatti, la produzione di primario cinese è aumentata del 5,6% a luglio rispetto all’anno precedente, toccando un massimo mensile record di 3,43 milioni di tonnellate (dati del National Bureau of Statistics of China). Il record precedente era di 3,42 milioni di tonnellate segnato a maggio di quest’anno.
Cadono le restrizioni energetiche e cresce a produzione
Con l’allentamento delle restrizioni energetiche nel paese, le fonderie stanno aumentando la produzione da mesi. Inoltre, è aumentata anche la capacità produttiva in alcune aree, come per esempio nelle province dello Yunnan e del Gansu.
Una situazione che sembra l’opposto di quella dello scorso anno, quando nel principale paese produttore e consumatore di metalli al mondo abbiamo assistito a diffusi tagli alla produzione e a limitazioni all’uso di energia elettrica a causa di una grave siccità e per la volontà del governo di ridurre l’inquinamento. Allora, le zone più colpite dalla contrazione produttiva furono la provincia dello Yunnan e altre regioni meridionali.
Quasi 23 milioni di tonnellate di alluminio in 7 mesi
Durante i primi sette mesi di quest’anno, la Cina ha prodotto 22,95 milioni di tonnellate, in aumento dell’1,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La produzione dei dieci metalli non ferrosi (rame, alluminio, piombo, zinco, nichel, stagno, antimonio, mercurio, magnesio e titanio) è aumentata dell’1,4% a 38,30 milioni di tonnellate.
Naturalmente, l’aumento dell’offerta e il calo della domanda indotto dalle recenti ondate di COVID-19 (e conseguenti lockdown) hanno pesato sui prezzi dell’alluminio. Il contratto di alluminio più scambiato di agosto allo Shanghai Futures Exchange (SHFE) il 15 luglio è sceso a 17.300 yuan (2.559,51 dollari), il livello più basso da aprile 2021.
METALLIRARI.COM © ALL RIGHTS RESERVED