I prezzi dei rottami scendono. Tutta colpa delle billette di acciaio russe?

Si fa un gran parlare dell’impatto delle billette di acciaio russe vendute a prezzi stracciati, ma la loro pressione sui prezzi dei rottami e del tondo è stata abbondantemente sopravvalutata.

Da qualche settimana, sul mercato dei ferrosi si sente raccontare la storia della pressione al ribasso dei rottami e del tondo per cemento armato provocata dalle esportazioni a prezzi stracciati di billette di acciaio russe.

Un fenomeno che ha colpito soprattutto la Turchia, ma che ha generato reazioni a catena in tutta Europa. Ma è davvero colpa delle billette russe dei ribassi a cui abbiamo assistito? Secondo gli esperti, esistono fondati dubbi circa l’effetto ribassista sui prezzi delle billette russe, che avrebbe avuto invece una portata limitata.

A fine marzo spuntano le billette russe a prezzi d’occasione

A fine marzo, per la prima volta e dopo quattro settimane dall’inizio della guerra tra Russia e Ucraina, sono arrivate sul mercato delle billette russe a prezzi inferiori a quelle turche. Ma solo alcuni clienti hanno deciso di approfittare dell’offerta dal momento che esiste il rischio delle sanzioni e di non trovare l’appoggio finanziario delle banche.

Secondo Argus, da quando i fornitori russi hanno cominciato a vendere a prezzi aggressivi, non sono stati venduti più di 25 carichi di billette russe alla Turchia o ad altri paesi (l’Egitto per esempio). Poiché un carico medio ammonta a circa 9.000 tonnellate, significa le billette russe vendute ammontano a non più di 225.000 tonnellate, una quantità non sufficiente per sostituire il rottame di cui i produttori siderurgici turchi hanno bisogno.

Il calo dei prezzi dei ferrosi ha molte altre cause

Tra l’altro, le proprietà chimiche delle billette russe non consentono la produzione di tondo per cemento armato e vergella della qualità richiesta dall’Unione Europea.

Tutto ciò considerato, è evidente come il calo dei prezzi sul mercato dell’acciaio non siano stati provocati da alcune centinaia di migliaia di tonnellate di billette russe, ma da una combinazione di altri fattori. Tra questi, ci sono l’eccesso di scorte a livello mondiale da parte dei commercianti, con una domanda in indebolimento da parte degli utenti finali.

A ciò si aggiunga l’impatto dei nuovi lockdown per il COVID-19 in Cina e il rafforzamento del dollaro, tanto da spegnere ogni voglia di comprare da parte dei consumatori, non solo di acciaio ma anche di altri metalli.

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