Previsioni incerte per il rame. Colpa della Cina…

Tra molte contraddizioni, il mercato del rame soffre per il rallentamento della domanda cinese, molto più marcato di quanto si pensasse.

Tutti sanno che il rame è uno di quei metalli che gioca un ruolo chiave in numerosi settori: nella produzione e nella trasmissione di energia, nell’elettronica di consumo, nella medicina, nei trasporti, etc. etc. Di fatto, la domanda di rame dà una buona idea di quanto sia forte, o debole, l’economia.

Diverso invece il discorso dei prezzi, che sono determinati da qualcosa di più della semplice domanda. Infatti, i prezzi dovrebbero essere sostenuti anche in caso di mancanza di offerta. Tuttavia, oggi, il mercato sembra sia ossessionato soltanto dalla domanda in Cina.

Un mercato pieno di contraddizioni

Sembra che a nessuno importi che la produzione di metallo rosso sia diminuita dell’1,4% nella prima metà del 2019 a causa di problemi in Cile e Indonesia. Un deficit di metallo di non poco conto: circa 220.000 tonnellate nei primi 6 mesi dell’anno (dati dell’International Copper Study Group).

Ciò nonostante, i prezzi del rame si sono indeboliti durante tutto l’anno. Non per nulla, il mercato del rame è pieno di contraddizioni. In un mercato apparentemente in deficit, le scorte di rame sono aumentate notevolmente.

Secondo un recente report di Fitch Solutions, il mercato del rame sarà in eccedenza nel periodo 2019-2020. Di conseguenza, i prezzi saranno più bassi per il prossimo anno in quanto l’offerta accelera, con consumi in crescita ad un ritmo più debole di quanto si sia visto storicamente.

Prezzi in discesa

Mentre la Cina dovrebbe continuare ad aumentare la produzione, i suoi consumi rimarranno deboli. La crescita del consumo di rame cinese è stata ridotta a una stima di appena lo 0,5% per il 2019, rispetto alle aspettative di una crescita del 2,8% all’inizio di quest’anno.

Per Fitch Solutions i prezzi si indeboliranno fino al 2021, con una ripresa lenta ma graduale non prima del 2023. La produzione in Germania mostra segni di contrazione e tutta la zona euro nel suo insieme sembra seguire le sorti tedesche. Lo stesso vale per il Giappone.

Soltanto l’economia degli Stati Uniti e della Cina rimangono cautamente positive. Tuttavia, i due paesi sono intrappolati in una guerra commerciale che, probabilmente, non terminerà prima delle elezioni americane del prossimo anno.

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