Premi record per l’alluminio in Europa. Ma fino a quando?

I prezzi dell’alluminio sono scesi dai massimi storici dell’ultimo mese, mentre i premi europei hanno continuato a salire. Ma cosa ci attende per i prossimi mesi?

Finalmente i prezzi dell’alluminio hanno cominciato a scendere? Non esattamente…

Le quotazioni al London Metal Exchange (LME) hanno cominciato un trend al ribasso nelle ultime settimane e il contratto a tre mesi è sceso di quasi il 12% dal massimo del 24 marzo (oggi, 14 aprile, vale 3.266 dollari per tonnellata). Inoltre, i prezzi hanno mostrato una grande volatilità e attualmente sono al livello più basso dall’inizio della guerra tra Russia e Ucraina.

Mentre le quotazioni scendono i premi salgono

Tuttavia, i premi sul metallo hanno continuato a salire, come conseguenza di un’offerta sempre più bassa. Secondo Argus, i premi per l’alluminio 99,7 (P1020) franco Rotterdam e sdoganato hanno raggiunto i 585 dollari per tonnellata. Si tratta di una tendenza che in Europa dura dall’inizio di quest’anno e che riflette una grave mancanza di forniture, anche a causa degli elevati prezzi dell’energia che hanno provocato riduzioni della capacità produttiva. A questo si è aggiunta una forte domanda, proprio mentre le economie di mezzo mondo stavano uscendo dai blocchi pandemici.

Quindi, non ci sono dubbi che, allo stato attuale, il metallo sia insufficiente e chi lo deve comprare deve essere disposto a pagarlo assai caro. Tuttavia, c’è incertezza sul fatto che la domanda possa sostenere premi tanto elevati anche nei prossimi mesi. Fino ad oggi, proprio gli alti livelli dei premi sono riusciti ad attrarre metallo dai mercati internazionali, in particolare con destinazione il sud Europa.

Nel caso delle billette di alluminio ci sono nuovi flussi provenienti dalla Turchia, dalla Corea del Sud e dalla Malesia, mentre anche il metallo cinese sta riapparendo in Europa (nel primo trimestre di quest’anno, per la prima volta dal 2019, la Cina è ridiventato un esportatore netto).

La Cina ha smesso di importare alluminio e lo sta esportando

Vale la pena ricordare che la Cina ha iniziato a importare enormi quantità di alluminio nelle prime fasi della pandemia, quando la domanda nel resto del mondo era crollata. Il paese è perciò diventato un importatore netto e, nel 2020, ha importato 2,7 milioni di tonnellate di alluminio grezzo e altri prodotti, mentre nel 2021 ha toccato il record di 3,2 milioni di tonnellate importate.

Ma adesso, con milioni di persone ancora in lockdown per la nuova ondata di COVID-19, le importazioni cinesi sono crollate e le esportazioni sono in aumento, con sempre più metallo destinato al mercato europeo. Tra l’altro, anche i prezzi dell’alluminio in Cina sono diminuiti nelle ultime settimane.

Verso una discesa dei premi?

Perciò, se arriveranno quantità di metallo sufficienti a sfamare l’appetito dell’Europa, i premi potrebbero iniziare a scendere o, addirittura, a crollare. Considerando i livelli record a cui si trovano oggi i premi, l’ipotesi del crollo non è del tutto improbabile.

Naturalmente, rimangono tutta una serie di fattori che continueranno ad esercitare pressioni al rialzo sui premi, anche in presenza di importazioni più elevate. Il mercato dell’alluminio è ormai entrato in un contesto di prezzi strutturalmente più elevati. Tuttavia, i consumatori di alluminio non possono ignorare questa ennesima perturbazione sul mercato che verrà provocata da tutto l’alluminio che pioverà sull’Europa dalla Cina e da altri paesi.

Comprare alluminio è ormai diventato come camminare in mezzo ad un campo minato. Ad ogni passo c’è il rischio di farsi molto male!

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