Petrolio: godiamocela finché dura la pacchia…

I prezzi del petrolio sono schiacciati verso il basso, per la gioia di tutti i consumatori. Ma cosa sta succedendo sul mercato e cosa ci attende nel lungo termine?

Prezzi del petrolio ancora sotto i 45 dollari a barile e forte pressione verso il basso per il rafforzamento in atto del dollaro americano.

Una vera pacchia per i consumatori di tutto il mondo, anche se qualcuno teme che arriverà prima o poi il conto da pagare.

Di certo, per il momento, chi sta pagando a caro prezzo questa crisi sono tutti i lavoratori del settore che continuano ad essere licenziati in grandi numeri. Il Wall Street Journal ha riportato la settimana scorsa che le aziende energetiche statunitensi hanno continuato a tagliare migliaia di posti di lavoro. Il numero di posti di lavoro persi durante questa crisi nel settore energetico è stimato in più di 385.000.

E le prospettive a lungo termine per il mercato mondiale dell’oro nero sono sempre più spaventose.

Mentre l’industria petrolifera si contrae, gli investimenti nel settore continuano ad abbassarsi drammaticamente

Mentre l’industria petrolifera si contrae, gli investimenti nel settore continuano ad abbassarsi drammaticamente. Se nel breve termine siamo sopraffatti da un eccesso di offerta a causa delle incerte prospettive economiche, quello che sta succedendo oggi si trasformerà in una brusca salita dei prezzi domani.

Il numero di impianti di perforazione attivi degli Stati Uniti è aumentato per la quarta settimana di fila aumentando la pressione sui prezzi, come se l’industria petrolifera stesse ricominciando ad espandersi. In realtà, le piattaforme petrolifere statunitensi sono inferiori rispetto all’anno scorso di 228 unità.

Se è ragionevole attendersi una contrazione degli investimenti a fronte di un crollo della domanda, non a tutti è chiaro che se si sprofonda al di sotto di un livello critico, arriverà il momento in cui l’offerta di petrolio non sarà più in grado di seguire l’elastico della domanda. E, quando succederà, la rigidità dell’offerta si trasformerà in una crescita dei prezzi incontrollabile.

Ma perché fasciarci la testa prima del tempo? Godiamoci i bassi prezzi del petrolio adesso e speriamo che la buona sorte ci assista per il futuro…” Un ragionamento comprensibile per un consumatore, molto meno per chi ha responsabilità istituzionali politiche ed economiche.

Non si potrà certo dire che la prossima crisi petrolifera globale fosse imprevedibile.

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