C’è molto clamore per gli interventi della Cina in difesa dell’ambiente e per ridurre l’inquinamento.
Nello specifico, i tagli alla produzione di acciaio, di alluminio e la chiusura di centrali a carbone e per la produzione di cemento, sono gli argomenti che da mesi catturano l’attenzione di tutti gli operatori industriali. D’altronde, per settori come l’acciaio e l’alluminio, la riduzione di produzione cinese è stato un forte sostegno per i prezzi.
I mercati si attendono che le chiusure produttive quest’anno subiranno un’accelerazione nel periodo invernale, da novembre a marzo, quando scatteranno alcune chiusure forzate. Tutto ciò ha alimentato le aspettative di una carenza di approvvigionamenti a fronte di un’economia cinese che continua a crescere, come hanno mostrato gli ultimi dati PMI (Purchasing Managers Index).
Tuttavia, le cose potrebbero non essere come sembrano.
Il super impianto da 5 milioni di tonnellate
Secondo Reuters, la provincia cinese di Hebei taglierà 11,48 milioni di tonnellate di capacità di vecchi impianti di acciaio, per fare spazio ad uno nuovo. In altre parole, la chiusura di nove impianti obsoleti servirà ad espandere un unico super impianto, Shougang Jintang Steel, che aggiungerà 5,1 milioni di tonnellate sul mercato. L’intero impianto, a regime, produrrà annualmente 9 milioni di tonnellate di prodotti in acciaio, annullando di fatto la sbandierata riduzione della produzione.
Un po’ quello che la Cina sta facendo anche per l’alluminio. Sta chiudendo impianti inefficienti, spesso nelle vicinanze delle grandi città della costa orientale, soltanto per aprirne di più moderni e con una maggiore capacità nelle province nordoccidentali, lontane dalle aree urbane.
Chiudendo impianti inquinanti vicini alle aree urbane densamente popolate e aprendone di nuovi in zone decentrate, il paese raggiungerà l’obbiettivo di ridurre l’inquinamento. Tuttavia, non riuscirà certo a contenere l’eccesso di capacità produttiva.
I nuovi impianti cinesi, grazie alle ultime tecnologie e attrezzature occidentali, produrranno di più e meglio, tanto da soddisfare anche gli standard aerospaziali e militari del Nord America, dell’Europa e del Giappone.
Per i concorrenti della Cina questo sarà molto peggio della depressione dei prezzi causata dall’eccesso produttivo cinese. Davvero cattive notizie per l’acciaio e l’alluminio in Occidente!
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