Il mondo dei metalli parlerà sempre più arabo. Ecco perché…

Il settore minerario accoglie a braccia aperte gli investimenti dell’Arabia Saudita per la fornitura di metalli critici.

La scorsa settimana c’è stato un annuncio che ai più distratti potrebbe sembrare una delle tante operazioni finanziarie dell’Arabia Saudita sui mercati internazionali per diversificare la sua economia al di fuori del petrolio.

Tuttavia, l’accordo da 2,6 miliardi di dollari tra Arabia Saudita e la brasiliana Vale SA pone le basi di un cambiamento radicale nel panorama dei metalli e delle miniere. In altre parole, sancisce l’entrata nel settore dei metalli del regno saudita.

“Va bene tutto, basta che non sia la Cina”

Con una quota del 10% in uno dei principali fornitori mondiali di nichel e rame, metalli essenziali per la decarbonizzazione, l’Arabia Saudita manifesta la volontà di riversare denaro in un settore che è diventato un punto critico globale.

Secondo voci raccolte da Mining, i sauditi stanno conducendo altre trattative, tra cui una con la canadese Barrick Gold Corp. sull’investimento in una grande miniera di rame pakistana.

Fino ad oggi è stata la Cina a guidare la corsa all’acquisizione di aziende e materie prime critiche in giro per il mondo. Ma, con la nuova politica del governo americano di “tutto tranne la Cina“, l’intero l’Occidente deve guardare altrove e l’Arabia saudita cerca di approfittare di questo nuovo grande spazio nel settore minerario che si sta venendo a creare. Nei prossimi anni sarà il Medio Oriente il partner favorito per gli affari minerari dell’Occidente.

Tanto denaro da investire e un forte appoggio politico per espandersi nel mondo mussulmano

Perciò, l’Arabia Saudita sta cercando di acquisire quote di minoranza nelle risorse minerarie globali che nel prossimo futuro daranno l’accesso alle forniture di minerali strategici. Inoltre, il paese sta cercando di far nascere un’industria per la lavorazione dei metalli con l’obbiettivo di rendere più attraente per le società minerarie internazionali lo sfruttamento dei suoi giacimenti di minerali.

Esiste inoltre un altro importante fattore che piace molto alle società minerarie occidentali. L’Arabia Saudita non solo è un pozzo di denaro, ma offre anche sostegno politico per le aziende che cercano di espandersi nel mondo musulmano. Per questo la Barrick Gold Corp. è in trattative con il Public Investment Fund per una partecipazione nel suo progetto di rame Reko Diq, in Pakistan.

Per il momento, a differenza delle società cinesi, l’Arabia Saudita è più interessata ad assicurarsi partecipazioni azionarie che non ad acquistare a titolo definitivo e quindi gestire le attività. Ma con il tempo e con l’acuirsi della carenza di materie prime critiche a cui il mondo dovrà far fronte, gli arabi potrebbero cambiare strategia, per diventare non solo i padroni del petrolio ma anche di alcuni tra i metalli più importanti per la civiltà di questo secolo.

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