Quello che molti temevano sta accadendo. L’alluminio russo ha cominciato ad entrate nei magazzini del London Metal Exchange (LME) per mano della Glencore e si teme che possa portare ad un indebolimento dei prezzi di riferimento della borsa.
Come ha riportato Reuters, Glencore avrebbe iniziato a consegnare 40.000 tonnellate di alluminio russo ai magazzini LME nel porto sudcoreano di Gwangyang.
L’alluminio russo senza acquirenti sommergerà i magazzini LME?
Da mesi la questione dell’alluminio russo preoccupa. Anche se Rusal e il suo metallo (il 6% delle forniture globali) non sono stati sanzionati dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, alcuni acquirenti hanno scelto di non rinnovare i loro contratti per acquistare l’alluminio di Rusal. Si tratta di una scelta motivata da svariate ragioni, tra cui anche quella di non rimanere invischiati in problemi connessi alle sanzioni.
I grandi produttori di alluminio, i cui contratti di vendita fanno riferimento ai prezzi LME, temono che tutto l’alluminio russo che non trova uno sbocco sul mercato occidentale possa finire nei magazzini LME con un effetto depressivo sui prezzi. Per questa ragione si sono battuti per vietare l’ingresso del metallo russo nei magazzini di borsa o per vietarne le importazioni.
Fonti anonime citate da Reuters dicono che Glencore ha in programma di consegnare altro alluminio russo nei magazzini LME. D’altronde, il grande trader svizzero ha un contratto a lungo termine con Rusal per la fornitura di 6,9 milioni di tonnellate di metallo. Di queste, circa 1,6 milioni di tonnellate all’anno sono previste in consegna tra il 2021 e il 2024.
La scorsa settimana, prima della consegna di Glencore, le scorte di alluminio erano di circa 380.000 tonnellate, in calo del 35% da ottobre e vicino ai minimi di 31 anni toccati lo scorso agosto.
Un altro grosso problema
Come sempre, gli occhi di tutti gli operatori sono puntati sui prezzi. Tuttavia, ad oggi, i prezzi non sono il vero problema, quanto piuttosto un sintomo. Il sintomo di un grosso problema che affligge il mercato globale dell’alluminio e cioè la mancanza di offerta. L’insufficiente produzione da parte degli smelter (clamorosamente bassa in Europa) e le scorte sempre più scarse (sia in borsa che presso i consumatori) sono una seria minaccia per tutto mercato.
Se a tutto questo aggiungiamo la mina vagante dell’alluminio russo, abbiamo il mix perfetto per l’esplosione di una dirompente volatilità dei prezzi. Produttori e consumatori faranno bene ad allacciare la cintura di sicurezza per i prossimi mesi!
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