Fiammata dei prezzi per l’alluminio sui timori che le scorte di pani 99,7 in Cina possano diminuire ulteriormente.
L’abbassamento delle scorte di primario in Cina è in corso da tempo, mentre la produzione nella regione dello Yunnan, ridotta in precedenza, non si è ancora ripresa. Inoltre, il contributo produttivo dato dalla ripartenza delle fonderie nel Guizhou e nel Sichuan è stato molto limitato.
Il 99,7 esce dai magazzini, mentre le entrate sono limitate
Secondo Shanghai Metals Market, le scorte di pani di alluminio negli otto principali mercati cinesi ammontavano a 935.000 tonnellate al 17 aprile, in calo di 31.000 tonnellate rispetto a giovedì scorso e di 105.000 tonnellate rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. I flussi settimanali di pani di alluminio in uscita dai magazzini nei principali mercati hanno raggiunto le 157.000 tonnellate (settimana terminata il 16 aprile).
Finora, questo mese, l’inventario è diminuito di 153.000 tonnellate ed è ai livelli più bassi dal 2018.
Inoltre, gli ultimi dati disponibili mostrano che la produzione cinese di alluminio è stata di 3,41 milioni di tonnellate a marzo, con un aumento anno su anno del 2,9%. Da gennaio a marzo la produzione è stata di 9,92 milioni di tonnellate, con un aumento del 4,8% su base annua. Di questa, la percentuale di alluminio liquido è aumentata di 8,3 punti percentuali su base mensile e di 8 punti percentuali su base annua.

Tanti dubbi sulla ripresa cinese post-Covid
Al contrario, la crescita dell’attività industriale in Cina si è arrestata a marzo, a causa del rallentamento della produzione e per l’indebolimento della domanda globale. La conseguenza è che, secondo un recente sondaggio condotto tra le aziende, sta aumentando l’incertezza circa la tanto attesa ripresa post-COVID.
Oggi (17 aprile), il prezzo dell’alluminio a 3 mesi del London Metal Exchange (LME) è di 2.375 dollari per tonnellata.
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