Mentre la popolazione mondiale si avvicina velocemente agli 8 miliardi di persone, la crisi dei fertilizzanti fosfatici (concimi al fosforo) solleva sempre più preoccupazioni.
Quando si parla di agricoltura, nutrienti come l’azoto e il fosforo sono elementi essenziali per la crescita e la produttività ottimali delle piante. Mentre l’azoto è una delle risorse più abbondanti del pianeta, il fosforo può essere ottenuto solo sotto forma di fosfato, che si ottiene dall’estrazione di rocce fosfatiche.
Tutta l’umanità dipende dal fosfato
Naturalmente, con l’aumentare della domanda di cibo in tutto il mondo, la dipendenza dell’umanità dal fosfato è una preoccupazione sempre maggiore. Ecco perché enti governativi e imprese private sono alla ricerca di valide alternative di approvvigionamento.
Come ben sanno gli agricoltori, ma non i consumatori, la maggior parte della produzione globale di fosfati è concentrata nel Sahara occidentale (Marocco). Qui esistono depositi naturali di circa 50 miliardi di tonnellate, ovvero il 72% dei 70 miliardi di tonnellate disponibili in tutto il mondo.
Marocco, Cina, Algeria e Siria sono le quattro nazioni con le maggiori riserve di fosfato del pianeta e rappresentano oltre l’80% dell’offerta globale.
Come accennato, il fosfato per la produzione alimentare globale è un fertilizzante essenziale, ma, come molti scienziati hanno avvertito, potrebbe esserci una carenza di fosfati a livello globale entro il 2023.
Le prospettive sono così preoccupanti che la Commissione Europea, già nel 2014, ha dichiarato il fosfato come “materia prima critica“. Nell’Unione Europea le uniche riserve di fosfato si trovano in Finlandia e la maggior parte del fosfato consumato proviene dal Marocco, dall’Algeria, dalla Russia, da Israele e dalla Giordania.
Dal momento che paesi come Stati Uniti, Cina e India esauriranno le loro riserve nazionali di fosfato nella prossima generazione, la catena degli approvvigionamenti globali diventerà sempre più stretta, con una crescente dipendenza dal Marocco.
Troppo fosfato mette a rischio i corsi d’acqua locali
Purtroppo, il problema del fosfato come fertilizzante non è soltanto la prossima carenza, ma anche i problemi ambientali che si creano per un uso eccessivo. Problemi come la contaminazione dei sistemi idrici, con danni sotto forma di fioriture di alghe e acque inquinate.
Di fatto, l’inquinamento da nutrienti è uno dei problemi ambientali più diffusi e difficili da risolvere.
Le nuove fonti di nutrienti: i bio-fertilizzanti organici
In questo contesto, ci sono aziende che stanno iniziando a sviluppare nuove fonti di nutrienti per l’agricoltura sotto forma di bio-fertilizzanti organici.
Le nuove tecnologie possono servire a stabilizzare i nutrienti e il contenuto di anidride carbonica dei residui agricoli, letame di bestiame compreso. Inoltre, il degrado del suolo, l’aumento dei costi e la necessità di pratiche agricole più sostenibili spingono gli agricoltori a passare dai fertilizzanti chimici a alternative organiche più rispettose dell’ambiente.
I bio-fertilizzanti sono stati utilizzati per la prima volta in Europa e in Nord America. Ma anche gli agricoltori in aree come Asia e Sud America stanno iniziando ad considerare alternative di fertilizzanti più sostenibili.
Con il crescere delle difficoltà nel disporre di fosfati e dei rischi per i sistemi idrici, è prevedibile che le alternative sostenibili al fosfato diventeranno vitali per il futuro dell’agricoltura.
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