Tutti gli anni The Wall Street Journal e The Heritage Foundation prendono in esame 189 paesi, corrispondenti al 99% della popolazione mondiale, per calcolare il cosiddetto Index of Economic Freedom, l’indice della libertà economica.
Ponderando dieci diversi parametri, dalla tutela dei diritti di proprietà al controllo che il governo esercita sull’economia, dai livelli di corruzione alla libertà fiscale, l’Index of Economic Freedom è uno dei più importanti e conosciuti indici in tutto il mondo degli affari internazionali.
Nato vent’anni fa, l’indice si prefigge l’obbiettivo di misurare la libertà economica considerata come un presupposto fondamentale per la capacità di ogni paese di far crescere la propria economia e ottenere una migliore qualità della vita.
Chi lo critica sostiene che non esiste correlazione tra libertà e crescita economica, come proverebbe la forte crescita dell’economia cinese in presenza di una scarsa libertà economica. Inoltre, l’indice ignora alcuni aspetti rilevanti dello sviluppo economico, come la distribuzione del reddito, l’istruzione e il benessere sociale.
Come già accaduto nell’edizione precedente, la nazione che primeggia è Hong Kong, mentre l’ultima della classifica è la Corea del Nord.
I 10 paesi con le economie più libere del mondo per il 2015 sono i seguenti:
- HONG KONG (punteggio: 89,6)
- SINGAPORE (punteggio: 89,4)
- NUOVA ZELANDA (punteggio: 82,1)
- AUSTRALIA (punteggio: 81,4)
- SVIZZERA (punteggio: 80,5)
- CANADA (punteggio: 79,1)
- CILE (punteggio: 78,5)
- ESTONIA (punteggio: 76,8)
- IRLANDA (punteggio: 76,6)
- MAURITIUS (punteggio: 76,4)
In termini di macro-aree mondiali, l’Asia ha mostrato i maggiori miglioramenti, guidata da Birmania, Malesia e Samoa. In temini generali, i paesi che hanno mostrato i maggiori guadagni rispetto all’anno precedente sono stati la Colombia, la Polonia, gli Emirati Arabi Uniti e l’Indonesia. I paesi europei mediterranei hanno invece registrato un peggioramento (Italia, Spagna e Grecia).
L’Italia, con un punteggio di 61,7, si è classificata appena dietro a Samoa e subito prima del Madagascar. Gli Stati Uniti, in dodicesima posizione, proseguono nella caduta che dura ormai da sette anni, soprattutto a causa dell’erosione di libertà fiscale e dei diritti di proprietà aziendale.
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