Le aziende automobilistiche impiegano sempre più alluminio rispetto all’acciaio tradizionale e anche nei prossimi mesi le quotazioni del metallo dovrebbero risentirne positivamente.
Aziende come Ford, Jaguar e Toyota hanno fatto grandi investimenti per utilizzare l’alluminio nella produzione di veicoli, mentre le aziende del settore nautico prevedono una maggiore domanda per il trasporto di gas liquefatto.
Negli ultimi anni i prezzi sono scesi a causa di un eccesso di produzione globale, ma la previsione di un deficit di metallo sta aiutando i prezzi a risalire. In un recente sondaggio della Reuters, 7 analisti su 14 prevedono un disavanzo sul mercato dell’alluminio per il 2015, cosa che non si verificava ormai da nove anni.
Alcune importanti aziende del settore, come la Rusal e l’Alcoa, hanno ridotto la propria produzione, nel tentativo di correggere un mercato saturo di prodotto.
Di conseguenza, i prezzi sono costantemente cresciuti nel corso di quest’anno (ad oggi il contratto a 3 mesi ha raggiunto i 1.948 dollari per tonnellata al London Metal Exchange). Da inizio anno le quotazioni hanno registrato un incremento superiore al 10%.
Ford ha annunciato durante il mese di agosto che il suo modello F-150 sarà prodotto con più alluminio, una mossa per ridurre i consumi di carburante del nuovo modello. Nel caso della berlina Jaguar XE (nella foto), l’alluminio costituisce già il 75% dei componenti.
La Toyota sta per utilizzare alluminio per la produzione del cofano del motore per la sua Camry. Ma la casa giapponese ha in programma di utilizzare il metallo anche per tutti i futuri veicoli.
Un veicolo più leggero consente una migliore efficienza e quindi riesce soddisfare le leggi più severe sulle emissioni di carburante.
Per questi motivi si prevede che la domanda di alluminio nel settore auto raddoppierà entro il 2025.
Tuttavia Reuters ha avvertito gli investitori che il deficit di alluminio potrebbe essere di breve durata, a causa delle scorte cinesi, che, se immesse sul mercato, trascinerebbero il prezzo del metallo verso il basso. Poiché le dimensioni delle riserve della Cina sono sconosciute, rimane anche la possibilità che i prezzi non ne vengano influenzati più di tanto.
Secondo FastMarkets, i prezzi medi dell’alluminio per la fine del 2014 toccheranno i 1.900 dollari a tonnellata, contro i 1.800 dollari del 2013.