JP Morgan prevede il petrolio a 100 dollari nel 2025

Per JP Morgan i prezzi del petrolio si indeboliranno nel 2022 ma, entro il 2025, sfonderanno il tetto dei 100 dollari. Ecco perché…

Fare previsioni corrette sull’andamento dei prezzi del petrolio è una delle cose più difficili che esista. Prevedere un forte rialzo in tempi recessione come quelli in cui ci troviamo può sembrare inverosimile.

Tuttavia, gli analisti di JP Morgan pensano che il Brent possa recuperare tutto ciò che ha perso da inizio dell’anno e, successivamente, schizzare oltre i 100 dollari al barile.

Non dimentichiamoci la natura ciclica del settore petrolifero

JP Morgan crede che a questo punto le probabilità che il petrolio vada a 100 dollari siano più alte di tre mesi fa. Per quanto possa sembrare un azzardo, il ragionamento degli analisti ha una solida base: la natura ciclica del settore petrolifero.

Il modo in cui funzionano i settori ciclici è abbastanza semplice. Quando la domanda è forte viene prodotta molta merce. Progressivamente, l’offerta inizia a superare la domanda e i prezzi diminuiscono, spingendo i produttori a ridurre le vendite per limitare l’offerta e per aiutare i prezzi a salire. Così, si crea un deficit di merce che fa salire i prezzi. L’intero ciclo si ripete con una periodicità variabile, che è comunque nell’ordine degli anni.

A marzo, prima che la pandemia di coronavirus diventasse tale, gli analisti di JP Morgan avevano pubblicato una nota in cui affermava che il settore del petrolio stava entrando in un superciclo, durante il quale il prezzo del petrolio avrebbe potuto arrivare a 190 dollari al barile entro il 2025.

Il deficit spingerà i prezzi a 100 dollari

Sempre secondo JP Morgan, il mercato petrolifero si indebolirà nel 2022 con un prezzo del Brent che potrebbe essere di 60 dollari. Ciò motiverà i produttori ad iniziare a pompare più greggio in un mercato in deficit per 6,8 milioni di barili entro il 2025. Il deficit sarebbe la spinta per far correre le quotazioni a 100 dollari o anche oltre.

La multinazionale americana di servizi finanziari ritiene però che un livello di 100 dollari al barile non sia sostenibile.

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