Il settore dell’alluminio dell’Unione Europea (UE) continua a perdere pezzi e altri ne perderà. Quasi non passa giorno che una nuova fonderia di alluminio chiude o riduce la produzione a causa di costi energetici insostenibili.
La notizia più recente a riguardo viene dalla Germania, dove Speira GmbH ha deciso di dimezzare la produzione nello stabilimento di Neuss a tempo indeterminato. Ma la moria produttiva è cominciata all’inizio del 2021. In poco meno di due anni, in Spagna, in Slovacchia, in Slovenia, in Romania, in Norvegia, nei Paesi Bassi, in Montenegro e in Germania, i prezzi dell’energia hanno falcidiato la produzione di alluminio. Non per nulla, la produzione europea di alluminio si trova ora al livello più basso dagli anni ’70.
Produrre alluminio in Europa non è più conveniente e non lo sarà per lungo tempo
Nei prossimi mesi, se i governi europei dovessero razionare l’energia al settore industriale, ci saranno ulteriori riduzioni di capacità produttiva in tutto il continente.
Mentre sono evidenti le perdite economiche nel breve termine, l’entità dei danni complessivi nel medio e lungo termine resta incerta. Certamente, sarà decisiva la durata della carenza di energia in Europa, così come le misure di aiuto che i governi europei metteranno in campo per aiutare i settori industriali in crisi.
Secondo Guillaume de Goys, CEO di Aluminium Dunkerque Industries France, la produzione di primario ha un punto di pareggio per il costo dell’elettricità a circa 250 euro per MWh (nelle scorse settimane sono stati superati i 500 euro), ma un ritorno a quei livelli di prezzo potrebbe richiedere anni. Ciò significa che una parte dei danni fatti al settore è irreparabile. Ad oggi, la produzione di alluminio in Europa è diventata un’attività che produce perdite ma, ancor più grave, non converrà produrre questo metallo per molti anni ancora.
Alluminio UE: un ruolo sempre più marginale sul mercato globale
Va inoltre considerato che l’intero settore metallurgico europeo subirà un duro colpo della crisi in corso, ma è l’alluminio quello che ne uscirà peggio. Infatti, la produzione di alluminio richiede circa il 40% in più di energia rispetto al rame.
In queste condizioni, non è difficile prevedere che la UE giocherà un ruolo sempre più marginale nel contesto del mercato globale dell’alluminio.
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