In Israele stanno crescendo i timori per le crescenti minacce iraniane. Tanto da non escludere la possibilità di un attacco militare preventivo israeliano contro l’Iran. Uno scenario che potrebbe portare ad una lunga guerra nella regione.
In una recente occasione ufficiale (il memoriale per le vittime della guerra dell’ottobre 1973) il primo ministro israeliano, Binyamin Netanyahu, ha detto che l’Iran sta cercando di rafforzare la propria influenza su Libano, Siria, Iraq, Yemen e Striscia di Gaza. Inoltre, dopo aver abbattuto un UAV americano (veicolo aereo senza pilota), ha lanciato un attacco senza precedenti ai giacimenti petroliferi dell’Arabia Saudita.
Cancellare Israele dalla mappa geografica
Poiché l’Iran minaccia una guerra con Israele, o meglio di cancellarlo per sempre dalla mappa geografica, gli israeliani si sentono minacciati e si preparano a proteggersi da questo pericolo. Netanyahu ha ricordato come, in questi casi, Israele applica la regola che fino ad ora lo ha sempre guidato e cioè quella di difendersi da solo di fronte ad ogni minaccia.
Come ha twittato un ufficiale di riserva delle forze speciali israeliane “Israele si difenderà sempre da solo. Lo stato ebraico non metterà mai il suo destino nelle mani di altri, incluso il nostro grande amico, gli Stati Uniti“.
Non è la prima volta negli ultimi giorni che Netanyahu ha sollevato lo spettro di una guerra con l’Iran.
Inoltre, la determinazione di Israele ad agire da solo deriva anche dalla delusione per l’abbandono militare americano dei combattenti curdi nel nord della Siria. Ora, il paese si sente solo ad affrontare un Iran sempre più attivo nel Medio Oriente.
Le nuove strategie dell’Iran e la possibilità di una guerra con Israele
D’altronde, a Teheran sono cambiate molte cose che hanno portato ad un cambiamento molto profondo nella sua strategia nella regione. Infatti, visto che sono crollate tutte le possibilità di una svolta diplomatica, i migliori esperti dell’IRGC (Corpo della Guardia Rivoluzionaria Iraniana o Pasdaran) sono arrivati alla conclusione che con la presidenza USA di Donald Trump non potranno mai esserci negoziati né compromessi.
Da ciò ne consegue che l’Iran non rinuncerà mai al suo programma missilistico avanzato, che gli consente di difendersi da eventuali attacchi e violazioni del suo spazio aereo. Inoltre, continuerà a sostenere i suoi alleati in Palestina, in Libano, in Siria, in Iraq e in Afghanistan. Per il paese è una questione di vita o di morte. Di vita al di fuori dall’ingerenza americana o di morte per mano di Israele appoggiato dagli Stati Uniti.
Secondo il generale iraniano Hossein Salami, gli Stati Uniti non sono più una minaccia nel Golfo Persico. Infatti, gli americani hanno perso l’iniziativa strategica in tutta la regione. Soltanto Israele, promuovendo i propri interessi e quelli degli Stati Uniti, è il vero pericolo per gli interessi vitali e strategici a lungo termine dell’Iran. Ma, quattro decenni dopo la rivoluzione islamica, l’Iran ha raggiunto la capacità di fare una guerra con Israele e, prima o poi, riuscirà ad ottenere anche un accesso terrestre al Mediterraneo.
Adesso, l’unica chiave per disinnescare una simile bomba pronta ad esplodere è nelle mani di Trump. La pressione continuerà a salire in Medio Oriente a meno che Trump non tolga la mano dal grilletto e permetta all’Iran, per esempio, di esportare il suo petrolio.
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