Come ha recentemente rilevato Reuters, le scorte del London Metal Exchange (LME) sono diminuite costantemente quest’anno, con un calo di 479.000 tonnellate nei primi quattro mesi del 2022. Per questo, qualcuno pensa che le quotazioni dell’alluminio possano crescere. In realtà, non è proprio così…
Le quotazioni del metallo sono in fase di ribasso dall’inizio di marzo, scendendo da un massimo di 3.839 dollari per tonnellata a circa 2.500 dollari (17 giugno), ben al di sotto dei 2.813 dollari di inizio anno. Secondo il World Bureau of Metal Statistics (WBMS) il mercato globale dell’alluminio ha registrato un surplus di 400.000 tonnellate tra gennaio e aprile 2022.
Il premio: una foto reale della domanda del mercato
A proposito di scorte LME, certamente in calo, va registrato che le quantità totali non sono così basse come potrebbero sembrare. Infatti, l’andamento dei titoli on-warrant indica un passaggio dai costosi magazzini LME a magazzini meno cari fuori mandato, andando ad ingrossare le cosiddette scorte ombra.
Un’altra considerazione da tener presente è che negli ultimi 10-15 anni il prezzo LME non è sempre riuscito a riflettere il vero prezzo di mercato. Quello che ha invece ha ben misurato la realtà del mercato sono stati i premi per la consegna fisica di metallo. Tanto è vero che, nel 2019, l’LME ha introdotto una serie di prodotti finanziari per coprire il rischio premi.
Ad oggi, i premi per la consegna fisica dell’alluminio si attestano a livelli record di circa 600 dollari per tonnellata sul mercato europeo, ma negli Stati Uniti arrivano addirittura a 750 dollari. In qualche modo, un livello così alto dei premi ingloba la spiegazione delle scorte di borsa che continuano a diminuire.
In Europa, le fonderie di alluminio (ma anche di zinco) stanno chiudendo a causa dei prezzi stratosferici dell’energia. Di conseguenza, non ci sono prospettive di un calo dei premi, mentre il prezzo del metallo potrebbe scendere ulteriormente. In pratica, la misura reale di quanto il mercato dell’alluminio sia diventato rigido, sono soltanto i premi.
In aggiunta, le esportazioni cinesi di alluminio in Europa, seguite alla frenata dei consumi cinesi durante i nuovi lockdown per COVID-19, sono possibili solo grazie alla convenienza che nasce da premi altissimi per la consegna fisica.
Le prospettive per i prezzi
In queste condizioni senza precedenti, che prospettive ci sono per il prezzo finale dell’alluminio? Innanzitutto, l’attenzione va posta più sui premi che sulle quotazioni LME. Di certo, la tendenza attuale dice che i premi rimarranno elevati, mentre i costi energetici stellari perdureranno anche nel 2023. Un po’ di sollievo potrebbe arrivare dall’aumento delle esportazioni cinesi, i cui livelli rimangono incerti visto che sono legati all’evoluzione dei consumi in Cina, ondeggianti come mai si era visto in precedenza.
Se invece guardiamo oltre il breve termine, non ci sono dubbi che la recessione in arrivo finirà per uccidere i consumi e ciò porterà ad un ammorbidimento dei premi. Solo allora i prezzi dell’alluminio, premi e quotazioni, potranno tornare a livelli normali.
Fino a quel giorno, per capire come si sta muovendo il mercato, meglio guardare ai premi che non alle quotazioni LME.
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