Ormai da anni, quando si parla di prospettive a breve termine del rame si guarda sempre alla Cina e ai suoi consumi di metallo rosso.
Soprattutto quest’anno, così come nel 2021, i lockdown provocati dalla pandemia di COVID-19 hanno avuto un impatto negativo su tutti i settori di utilizzo finale del rame. Sebbene a partire dallo scorso anno la domanda globale si sia ripresa dal crollo avvenuto nel 2020, in alcuni paesi rimane ancora al di sotto dei livelli pre-pandemia.
La grande incognita della politica cinese anti-COVID per i prossimi mesi
In Cina, tra gennaio e settembre di quest’anno, i consumi sono cresciuti del 3,8% ma le recenti nuove ondate di COVID-19 che si stanno diffondendo in tutto il paese stanno preoccupando tutti gli operatori economici.
L’economia cinese ha appena cominciato a mostrare segnali di ripresa e i mercati cominciavano a credere che il governo potesse allentare le rigide restrizioni fino ad ora imposte. Ma, ad oggi, tra proteste di piazza senza precedenti contro la politica cinese zero-COVID e l’incognita su quale direzione prenderà il governo per gestire le nuove epidemie, l’incertezza per il breve termine regna sovrana.
Nel lungo termine la tendenza rimane al rialzo
Discorso diverso se invece guardiamo nel lungo termine. Gli esperti del settore sono certi che il mercato del rame sarà contraddistinto da un trend rialzista nel lungo periodo. Con problemi sempre maggiori sul fronte dell’offerta e una domanda complessivamente in crescita, i prezzi non potranno che andare in una sola direzione.
Secondo l’International Copper Study Group (ICSG), il deficit globale di rame raffinato si è ampliato a 295.000 tonnellate a settembre (un anno fa, nello stesso periodo, era a 234.000 tonnellate). Probabilmente, un segnale di un trend che porterà ad una carenza sempre maggiore di metallo.
A completamento del quadro va anche considerato che la produzione globale è aumentata tra gennaio e settembre del 2,3% su base annua (19,0 milioni di tonnellate), con la Cina che mantiene il primato tra i produttori mondiali di rame raffinato (quest’anno la sua produzione annuale è cresciuta del 2,5%).
Infine, sempre secondo gli ultimi dati dell’ICSG, nei primi nove mesi di quest’anno, la domanda è aumentata del 2,6% a quasi 19,30 milioni di tonnellate.
Oggi, 2 dicembre, il rame LME a 3 mesi è quotato a 8.364 dollari per tonnellata.
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