Il rame diventerà mai un metallo strategico?

Per le quotazioni del rame, le prospettive per il prossimo anno non sembrano favorevoli.

Se pensiamo che la politica industriale di un paese prevede lo sviluppo a lungo termine di infrastrutture elettriche e di distribuzione dell’energia elettrica, allora il rame potrebbe venir tranquillamente classificato come metallo strategico.

Il rame è quotato, come altri metalli non ferrosi, al London Metal Exchange dove è sceso a un minimo di 7.600 dollari per tonnellata a metà novembre.

L’International Copper Study Group (ICSG) stima che, nonostante il rallentamento dell’economia, la domanda mondiale di rame raffinato nel 2012 abbia superato l’offerta di circa 400.000 tonnellate. Questo deficit di produzione si ripete per il terzo anno consecutivo.

Secondo l’US Geological Survey, il Cile ha riserve mondiali per 190.000 tonnellate, il Perù per 90.000 tonnellate e l’Australia per 86.000 tonnellate. Nel 2011 il Cile è stato il più grande produttore di rame con una produzione di 5,3 milioni di tonnellate che rappresentano un terzo della produzione del mondo. Cina, Perù e Stati Uniti producono oltre 1 milione di tonnellate ciascuno all’anno, mentre Australia, Russia, Zambia, Canada, Indonesia, Messico, Congo e Polonia producono tra mezzo milione e 1 milione di tonnellate.

Ma per il 2013 le previsioni mostrano che ci saranno circa 458 .000 tonnellate di rame in eccedenza. Uno dei principali motivi è che la Cina, il più grande consumatore mondiale di rame (ha rappresentato quasi il 40% della domanda nel 2011) sta attraversando una fase di rallentamento. È probabile che le misure di stimolo per l’economia non verranno riproposte fino all’insediamento della nuova classe dirigente la prossima primavera.

Per il rame, che non è ancora un metallo strategico, così come per altri metalli industriali, sono attesi tempi lunghi prima che il trend discendente delle quotazioni si possa invertire.

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