Il crollo delle borse in Cina e le materie prime

Quello che sta accadendo sulle borse azionarie cinesi ha un effetto dirompente sui prezzi di quasi tutte le materie prime e sui corsi azionari delle società minerarie. Ma qualcuno teme che la conseguenza peggiore sarà il trascinamento verso il basso di tutta l’economia mondiale.

Mentre l’attenzione dei paesi occidentali è rivolta alle vicende della Grecia, i mercati azionari cinesi continuano la loro caduta libera dall’inizio della settimana, nonostante le misure di sostegno varate dal governo cinese.

L’indice Shanghai Composite è sceso per tre giorni consecutivi: -2,5%, -5,9%, -8%. Stessa sorte per la borsa di Hong Kong, dove per circa 1.476 azioni, cioè oltre la metà di tutte le società quotate in Cina, sono state interrotte le negoziazioni nel tentativo di fermare la discesa.

L’ente che regola la borsa titoli cinese ha vietato agli azionisti delle società che detengono pacchetti azionari maggiori del 5% di comprare o vendere azioni per i prossimi sei mesi. Tuttavia, ogni intervento per calmare il mercato è risultato vano e la People’s Bank of China ha prestato circa 41,8 miliardi di dollari ai broker per aiutarli a comprare azioni per sorreggere il mercato.

Secondo il Financial Times, la China Securities Regulatory Commission (CSRC) acquistera i titoli delle blue chip e delle società più piccole per contribuire ad alleviare la liquidità molto tesa.

Il clima sul mercato è da panico e la vendita irrazionale delle azioni a qualsiasi prezzo è in forte aumento

Il clima sul mercato è da panico e la vendita irrazionale delle azioni a qualsiasi prezzo è in forte aumento. Secondo un sondaggio della Survey and Research Center for China Household Finance, gli investitori cinesi sono ancora relativamente ottimisti per il futuro, ma molti di loro vogliono ridurre il rischio sui mercati azionari.

È stato stimato che nelle ultime 3 settimane i mercati azionari cinesi abbiano bruciato 3.200 miliardi di dollari.

Naturalmente, i prezzi delle materie prime, che dipendono in tutto il mondo dalla crescita cinese, sono scesi a loro volta. Il rame, per esempio, è sceso ai livelli del 2009, così come oro e argento scesi meno drammaticamente.

I prezzi di nichel, stagno, zinco, piombo, alluminio, petrolio greggio e ferro sono scesi, mentre le azioni della BHP Billiton, gigante del settore delle materie prime, hanno perso l’8% in un solo giorno.

Per il Wall Street Journal, la caduta del mercato azionario cinese potrebbe trascinare verso il basso la crescita globale e creare molti problemi a tutte quelle società legate alla crescita cinese.

Quello che preoccupa maggiormente gli analisti è che il deterioramento dei mercati finanziari nel corso delle ultime tre settimane, eroderà la crescita di tutti gli utili aziendali dei prossimi due trimestri, con conseguenze più lente ma nefaste per i corsi azionari delle società.

Per le prossime settimane, tutti gli investitori in materie prime, farebbero bene a distogliere un po’ di attenzione dagli eventi della Grecia, per puntare gli occhi su quanto accadrà in Cina.

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