Guerra delle sanzioni: Putin firma il divieto di esportazione di materie prime

Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto che istituisce misure economiche speciali che saranno in vigore fino alla fine di quest’anno.

I mercati già se lo aspettavano, ma adesso è ufficiale. La Russia ha introdotto restrizioni alle esportazioni di materie prime.

La risposta di Putin alle sanzioni americane sul petrolio e sul gas

Il presidente Vladimir Putin ha firmato un decreto che istituisce misure economiche speciali che saranno in vigore fino alla fine di quest’anno. Tra le misure c’è il divieto, o comunque delle restrizioni, alle esportazioni al di fuori della Russia di materie prime, il cui dettaglio verrà determinato nei prossimi giorni dal governo russo. Lo scopo del decreto è “garantire la sicurezza della Federazione Russa”.

La risposta di Putin al divieto degli Stati Uniti sulle le importazioni di petrolio, gas ed energia dalla Russia non si è fatta attendere. Il governo russo ha adesso due giorni di tempo per completare un elenco di quali paesi stranieri saranno soggetti alle nuove restrizioni e quali materie prime verranno limitate.

L’Europa non è in grado di resistere senza l’energia dalla Russia

Gli Stati Uniti non hanno strettamente bisogno del petrolio e del gas della Russia ma, come ha affermato il presidente americano Joe Biden, l’Europa non è assolutamente in grado di resistere a tale divieto e l’Italia meno che mai. Se la Russia includerà petrolio e gas naturale alla sua lista di prodotti vietati o soggetti a restrizioni, l’economia europea potrebbe saltare per aria.

All’inizio di questa settimana, il vice primo ministro russo Alexander Novak aveva già minacciato di fermare le esportazioni di gas naturale verso la Germania attraverso il gasdotto Nord Stream 1. La Russia è il terzo produttore mondiale di petrolio ed è uno dei principali esportatori di alluminio, nichel e palladio.

Per i cittadini europei sta per arrivare il bagno nella realtà

Adesso, dopo le sanzioni occidentali, dopo le frasi retoriche dei politici e dopo le roboanti affermazioni di principio, per i cittadini europei comincia il bagno nella realtà. Una realtà senza materie prime dalla Russia, che potrebbe tradursi in aziende costrette a chiudere, abitazioni senza riscaldamento e senza luce (almeno per alcune ore della giornata), scarsità di alcuni generi alimentari e prezzi dei carburanti così alti da ridurre drasticamente le possibilità di movimento.

Forse, questa esperienza ci aiuterà a capire quali sono le cose davvero importanti. Meglio a Mosca senza Netflix o a Roma senza corrente elettrica?

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