Guerra del gas: nulla sta andando come Bruxelles aveva previsto

L’Unione Europea credeva che il taglio delle esportazioni di gas russe avrebbe costretto Putin a chiudere parte della produzione di gas naturale o a bruciarlo.

Quando l’Unione Europea (UE) ha deciso il muro contro muro con Putin, uno dei motivi ispiratori è stata l’ipotesi che la Russia non potesse permettersi un calo delle sue esportazioni di gas e di petrolio. Alcuni esperti europei sostenevano che se la produzione di un giacimento di petrolio o di gas viene fermata, il giacimento rischia di diventare improduttivo per sempre.

Gazprom non perderà i propri giacimenti di gas come Bruxelles sperava

Ma le cose sono andate molto diversamente e Gazprom ha trovato il modo per evitare la perdita permanente di produzione di gas naturale, mentre quello in eccesso bruciato all’aria aperta è in calo. Secondo i dati satellitari mostrati da Bloomberg sulla produzione di Gazprom, sembra evidente come questo fenomeno sia diminuito notevolmente dall’inizio della guerra in Ucraina (nell’ultimo mese è sceso del 28% rispetto a un anno fa).

Come evidenziano gli analisti, il motivo principale è che Gazprom sta producendo meno in questo periodo, come accade tutti gli anni. Infatti, la domanda di gas naturale è sempre stata altamente stagionale e, quindi, Gazprom ha organizzato la produzione nei suoi giacimenti più grandi in modo da poterla aumentare o ridurre in tempi relativamente brevi. In altre parole, Gazprom non perderà i propri giacimenti come Bruxelles sperava.

Nel frattempo, rimane il fatto che la maggior parte dei flussi di gas verso l’Europa è definitivamente esaurita dopo il sabotaggio di Nord Stream 1 e Nord Stream 2. Qualcosa che sembra perfettamente in linea con i piani della UE di svezzarsi completamente dal gas russo, ma che comporterà enormi problemi durante il processo di svezzamento.

Gravi carenze energetiche ed enormi problemi per almeno 4 anni

Secondo un rapporto di Rystad Energy, i paesi europei rischiano una carenza di gas dal prossimo anno fino al 2025 se la Russia interromperà tutte le consegne di gas al continente. Dovremo aspettare la seconda metà del decennio per vedere crescere le importazioni di GNL, che a breve termine non saranno invece in grado di coprire la perdita delle forniture russe.

Purtroppo per i cittadini e le imprese europee, nei piani di guerra energetica di Bruxelles c’è anche la volontà di affossare la domanda interna. La UE ha approvato una proposta della Commissione Europea di ridurre del 15% della domanda di gas in tutti i paesi membri questo inverno. Inizialmente erano tagli volontari ma, ora, stanno per essere resi obbligatori.

Tornando al campo di battaglia energetico, sembra proprio che Gazprom stia resistendo al colpo di perdere la maggior parte del mercato europeo meglio di quanto Bruxelles avrebbe mai voluto vedere. Di fatto, l’arma vincente di Gazprom è stata una flessibilità della produzione che ha consentito la gestione ottimale di una commodity i cui modelli di domanda sono molto variabili a seconda della stagione.

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