Grandi cambiamenti per acciaio e alluminio. La rivoluzione parte dalla Cina

Entro il 2030 la produzione di alluminio e acciaio raggiungerà il picco. Per il mercati globali sarà una vera e propria rivoluzione.

Sembra proprio che il centro del mondo sia in Cina. È lì che nascono i nuovi trend che si diffonderanno in tutto il mondo (ma non parliamo di virus!) e che impatteranno sulla vita di tutto il pianeta. Naturalmente, ciò è tanto più vero quanto più parliamo di materie prime.

Il picco entro il 2030

Nello specifico, sembra che qualcosa di nuovo stia accadendo per quanto riguarda due metalli cardine per la nostra società: alluminio e acciaio. Secondo Reuters, il governo cinese prevede un picco nell’utilizzo di carbone entro il 2030, con un effetto frenante sugli investimenti in nuove acciaierie e fonderie di alluminio.

In pratica, la Cina ha raggiunto un picco di produzione. Se così fosse siamo alla vigilia di grandi cambiamenti per il mercato dell’acciaio e dell’alluminio. Nel corso degli anni, la crescita della produzione cinese aveva frenato i prezzi, spingendo alcuni produttori occidentali fuori dal mercato e costringendoli a cessare l’attività.

Ma le cose stanno cambiando… Una legislazione ambientale più severa in Cina sta dissuadendo gli investimenti in nuovi progetti energetici a carbone. Inoltre, l’Occidente sta cercando di bloccare le esportazioni cinesi di prodotti in alluminio e acciaio. Di conseguenza, la spinta a costruire nuovi impianti in Cina sta svanendo.

L’enorme domanda cinese di alluminio

L’altro grande cambiamento che sta stravolgendo il mercato è la domanda di alluminio sul mercato interno cinese. Dopo essere stato un esportatore netto, la Cina è un importatore netto di alluminio primario da dicembre 2019. Lo scorso anno le importazioni cinesi hanno superato 1 milione di tonnellate e nei primi quattro mesi del 2021 sono aumentate a 486.000 tonnellate (proiettate sull’anno significa quasi 1,5 milioni di tonnellate).

Ma anche le esportazioni di semilavorati in alluminio potrebbero seguire lo stesso destino. Fino ad ora i semilavorati di alluminio cinesi non hanno invaso i mercati dell’Europa e degli Stati Uniti a causa dei dazi antidumping, ma la loro offerta su altri mercati attenua comunque i prezzi globali. Ma quando i semilavorati cinesi non saranno disponibili per l’esportazione, avranno un grosso impatto sui prezzi e sulla disponibilità di metallo nel resto del mondo.

I mercati mondiali non possono oggi fare a meno dei metalli che la Cina esporta perché, se così non fosse, i prezzi aumenterebbero ancora di più. Ma, come detto, in Cina sembra avviato un cambiamento radicale nella produzione di acciaio e alluminio. Per i consumatori di metallo in Occidente si preannunciano tempi difficili e prezzi in tensione.

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