A gonfie vele i rottami ferrosi, grazie soprattutto alla Turchia

I prezzi dei rottami metallici in quasi tutte le regioni del mondo stanno crescendo, supportati in gran parte dai rialzi sul mercato turco.

In tutto il mondo i prezzi del rottame stanno salendo. Il buon momento per gli scarti metallici è spiegabile con l’elevata attività sul mercato della Turchia, uno dei maggiori importatori di rottami ferrosi.

La ripartenza della domanda e il conseguente aumento della produzione di acciaio hanno scatenato la fame di rottami. Secondo Kallanish, i prezzi per la qualità HMS 1/2 sul mercato turco sono aumentati in una settimana di 8 dollari a tonnellata, raggiungendo i 460 dollari per tonnellata. Si tratta di un livello elevato e che, da inizio anno, è cresciuto di 64 dollari.

Le acciaierie turche comprano rottame in vista del balzo della domanda di tondo

La corsa del rottame in Turchia è cominciata poco dopo il drammatico terremoto di febbraio, quando il governo turco ha annunciato un piano di ricostruzione per le regioni colpite. Perciò, tutte le acciaierie hanno cominciato a comprare metallo per riempire i magazzini in previsione di un forte aumento della domanda di tondo.

Tuttavia, al momento, i produttori di acciaio stanno sacrificando i loro margini visto che i prezzi del rottame crescono, mentre la domanda di tondo deve ancora concretizzarsi. Sul fronte dei fornitori di rottami, nessuno accetta di ridurre i prezzi e tutti sperano in nuovi rincari.

Effetti positivi (per chi vende rottame) anche in Italia

Secondo quanto è emerso fino ad oggi, le acciaierie turche saranno in grado di soddisfare la domanda interna di acciaio per la ricostruzione, ma cesseranno quasi del tutto le vendite all’esportazione.

Ovviamente, la situazione in Turchia ha avuto effetti positivi anche sul mercato europeo, dove i prezzi del rottame sono aumentati. Sul nostro mercato italiano, in pochi giorni, i prezzi sono saliti di 30 euro a tonnellata fino a raggiungere 440 euro. Anche in Francia, in Spagna e in tutta l’Europa Orientale si registra lo stesso trend, influenzato dall’aumento delle tariffe per il trasporto ferroviario e intermodale delle merci dal Nord e dall’Est Europa e dalla crescita dei prezzi dell’acciaio.

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