Quando si parla di tecnologie pulite, o tecnologie verdi, si fa riferimento genericamente ad una moltitudine di settori.
Le tecnologie pulite (cleantech) si riferiscono a prodotti, servizi e tecnologie che mirano ad aumentare le prestazioni energetiche, riducendo nel contempo l’impatto negativo sull’ambiente.
Secondo PricewaterhouseCoopers, le tecnologie pulite sono una combinazione di agricoltura a base di bio-prodotti, una maggiore efficienza energetica, sistemi evoluti per lo stoccaggio di energia, energia solare, trasporti, acqua, gestione dei rifiuti, energia eolica, geotermica e da altre fonti rinnovabili. Un insieme piuttosto variegato che costituisce il mercato delle tecnologie pulite.
Storicamente, il settore delle tecnologie pulite ha iniziato a crescere a metà degli anni 2000, quando gli investitori tradizionali hanno cominciato a credere e ad investire nei settori delle energie pulite, alternative e rinnovabili. Soltanto un decennio più tardi, il settore è diventato un un importante polo per l’innovazione tecnologica. I progressi compiuti da allora sono davvero notevoli e abbracciano l’energia eolica, il solare fotovoltaico, nuove tipologie di batterie, sistemi avanzati di illuminazione a risparmio energetico e le celle a combustibile. Il costo dei sistemi ad energia solare, per esempio, è diminuito del 50% negli ultimi cinque anni.
Nonostante questi promettenti sviluppi, il mercato si è trovato recentemente in difficoltà, a causa di significativi decrementi degli investimenti.
Secondo Goldman Sachs, il declino globale dei prezzi delle materie prime e la minaccia di un aumento dei tassi di interesse negli Stati Uniti potrebbe rallentare lo sviluppo delle energie pulite in tutti i paesi sviluppati. Inoltre, il rallentamento della crescita economica in Cina e in altri paesi, diminuisce le entrate statali per l’adozione di misure per la salvaguardia dell’ambiente. Se in altri momenti il governo cinese era determinato nel ridurre l’uso di carbone, adesso è meno propenso a farlo per le conseguenze negative sull’economia locale.
Tuttavia, una serie di importanti iniziative fa sperare che lo sviluppo delle tecnologie verdi possa continuare ai ritmi degli scorsi anni. È il caso degli Stati Uniti dove, lo scorso giugno, lo US Department of Energy ha disposto un investimento da 4 miliardi di dollari in tecnologie pulite orientate allo studio dei cambiamenti climatici.
Anche il consorzio tra la University of California, il New Zealand Superannuation Fund e l’Alaska Permanent Fund, sta progettando la costituzione di un fondo d’investimento, senza scopo di lucro, di 2,5 miliardi di dollari orientato a soluzioni energetiche pulite.
Il futuro dell’intero settore non sembra certo così brillante come lo si intravedeva qualche anno fa, tuttavia esistono forti motivazioni etiche ed economiche che dovrebbero favorire la crescita di un mercato strategico per il destino energetico di tutto il pianeta.